sabato

Troppe malformazioni tra i neonati del personale militare USA di Napoli




di Antonio Mazzeo

Nuovo allarme tra i militari USA di stanza in Campania. Sono stati resi noti i risultati di uno studio scientifico sul numero di bambini malformati che sono nati tra il gennaio 2000 e il dicembre 2005, la cui madre è militare o sposa di un militare operante nelle installazioni dell’US Navy di Napoli. Ogni 100 nati, 3,13 sarebbero i portatori di malformazioni. Leggi tutto...

giovedì

Mafia. Quello che succede quando la vittima sei tu. La lettera di Giuseppe Toro


Ricevo e pubblico una lettera inviatami da Giuseppe Toro.
Una lettera già apparsa su altri siti.
Si direbbe notizia vecchia…


Preciso intanto che sulla veridicità delle accuse mosse dall’autore non ho la possibilità di pronunciarmi o entrare nel merito, nonostante lo stesso l’abbia corredata di alcuni documenti ufficiali che possono aiutare a ripercorrere la sua vicenda.


Si parla di Saponara, un piccolo comune della provincia di Messina negli anni della precedente amministrazione.

Si parla di accuse gravi, quasi inverosimili per un comune “tranquillo”.

Una storia assai complessa fatta di denuncie, ricorsi, sentenze e pressioni.


La pubblico per dovere di cronaca, lo stesso dovere che mi impone eventualmente di pubblicare chiarimenti e richieste di rettifica da parte dei soggetti coinvolti.


Tanti sono i personaggi che ruotano in questa vicenda.

Attori che ruotano sullo sfondo del piccolo paese in cui tutto si gestisce, sembrerebbe in modo quasi “familiare”.

Sindaco, dirigenti e qualche cooperativa.

Appalti e presunte omissioni. Storie siciliane.


Quello che credo colpirà tutti leggendo, è la disperazione di quest’uomo.

Un uomo che era il comandante della Polizia Municipale di Saponara e che ora ha la consapevolezza di aver perso tutto. Ritengo che giungerà anche a voi leggendo l'urlo assordante che mi ha spinto a pubblicarla.



OGGETTO: Mafia – quello che succede quando la vittima sono io.

Dopo ventitré anni di servizio, arrivo per mobilità volontaria al Comune di
Saponara in provincia di Messina, per ricoprire il ruolo di comandante della
polizia municipale. Mi vengo a trovare in un luogo dove i registri risultano
contraffatti, diffuse irregolarità, l’impossibilità di registrare la posta
perché il sindaco ha sottratto alla polizia municipale l’apposito registro, e
mi imbatto mio malgrado in una vastità di illeciti che riguardano anche gli
altri settori comunali (false attestazioni di funzionari, licenza commerciale
rilasciata in violazione della legge, interessi privati e tanto, tanto vario
altro). Di fronte alle diffuse irregolarità nelle quali mi imbatto, ricevo dai
più alti rappresentanti dell’ente, l’invito ad attuare una linea morbida, ad
essere per così dire “comprensivo”.
Non volendo restare coinvolto in brutte situazioni, richiedo il nulla osta
alla mobilità e cerco, invano, un altro comune disposto ad accogliermi.
Nel frattempo,oltre alla guerra che viene condotta nei miei confronti dagli
esponenti politici locali, al crescente isolamento da parte delle altre
strutture comunali, iniziano una serie di atti intimidatori che hanno per
bersaglio me e la polizia municipale. Una forma di pane lasciata sul tetto
della mia autovettura parcheggiata sotto casa, le macchine della polizia
municipale bloccate nel parcheggio comunale, il comando sigillato con nastro da
cantiere, io che vengo rinchiuso con un lucchetto all’interno del comando, dei
fiori che vengono lasciati all’ingresso del comando.
Delle strane cose che succedono e di quelle che sento, tengo costantemente
informata la procura della repubblica e la prefettura di Messina.
La guerra messa in atto contro di me, viene implementata con una serie di
provvedimenti disciplinari tutti basati su personali dichiarazioni del sindaco.
La cosa che mi preoccupa maggiormente è che, tra le varie accuse mossemi per
iscritto dal sindaco, risulta quella di essermi spesso recato dal procuratore
della repubblica senza essere mai stato da questi invitato, e di aver parlato
male dell’amministrazione comunale al prefetto di Messina. Perché mi
preoccupano tali dichiarazioni? Semplice: anche qualora mi fossi sognato tutto,
e così non è stato, le indagini dovevano comunque restare tutelate dal segreto.
E se io ero certo di non aver riferito nulla al sindaco, chi era stato ad
informarlo?
A seguito dei procedimenti disciplinari avviati dal sindaco, il plotone d’
esecuzione appositamente istituito ed erroneamente denominato commissione
disciplinare, costituita in difformità alla legge ed i cui due componenti
risultavano essere due giannizzeri del sindaco, funzionari a carico dei quali
alcune azioni illegali sono già state definitivamente accertate dalla Corte dei
Conti e dalla Regione Siciliana (false dichiarazioni nella formazione dei
bilanci, irregolarità contabili, ipotesi di turbativa d’asta ecc. ecc.), mi
sospende dal servizio e dalla paga.
Vengo immediatamente trasferito ai servizi sociali, dove mi viene data una
scrivania, una sedia ed un telefono, tra l’altro disabilitato per le chiamate
esterne e per i collegamenti ad internet; le pratiche (?) sono buttate per
terra. Non dispongo nemmeno di una macchina per scrivere, e il personale
sottoposto si pone nei miei confronti come se io fossi un appestato. Interpello
i precedenti dirigenti per avere notizie di alcune pratiche e non ricevo che
inutili risposte: “non ho memoria di ricordare cosa fatto in non so quale
tempo”:
Inizio a lavorare nel nuovo ruolo, e mi imbatto in due possibili turbative d’
asta; parallelamente il sindaco, utilizzando toni aspri e minacciosi, mi ordina
di pagare ad una cooperativa somme, a fronte di prestazioni irregolari (la
cooperativa è la stessa di cui accennavo prima, alla quale sono stati
aggiudicati i servizi in modo irregolare). Prendo un mese di ferie e dico al
segretario comunale, al sindaco ed al presidente della cooperativa che, durante
la mia assenza avranno tutto il tempo di fare sistemare le carte al precedente
dirigente, cioè a colui che aveva combinato gli imbrogli, e che al mio ritorno
in servizio, trovando tutto “sistemato”, non mi sarei più interessato della
cosa.
Al mio rientro purtroppo trovo tutto come prima, anzi ricevo un ordine di
servizio del segretario comunale che mi ordina di liquidare la cooperativa
entro cinque giorni.
Il mio dovere era quello di rispettare la legge, il mio potere era quello di
farla rispettare; questo era il mio lavoro. Invio gli atti alla procura della
repubblica ed alla corte dei conti, mando un esposto dettagliato agli uffici
ispettivi della Regione Siciliana ed avvio contemporaneamente il contenzioso
con la cooperativa.
Da qui in poi rilevo un più che esponenziale aumento delle minacce verbali e
scritte, nuovi procedimenti disciplinari che continueranno, poiché nelle altre
pratiche d’ufficio che affronto rilevo ovunque diffuse irregolarità e possibili
illegalità. Ricevo pure in busta chiusa recapitata a casa, alcuni bossoli di
fucile.
Sto molto male, dimagrisco tanto, ho difficoltà a dormire, il cuore ogni
tanto impazzisce e se ne va per conto suo, ho sempre paura, tremo al passare di
una macchina davanti casa oltre una certa ora, tutti i giorni cambio strada per
recarmi da casa in ufficio e viceversa, mangio e vomito, a volte neanche
mangio. Sono costretto ad assentarmi dal lavoro per la malattia, e nel mio caso
non si trattava di quelle oggetto di attenzioni da parte del Ministro Brunetta.
Decido di fuggire in Albania, ma arrivato a Bari torno indietro sui miei passi,
per potere testimoniare a favore di due colleghi inquisiti per una falsa
denuncia di un assessore comunale, tale signor Ruggeri, al quale pare che
adesso qualcuno stia chiedendo indietro una parte delle somme da questo
illegittimamente percepite a titolo di indennità assessoriale, in quanto
corrisposte a seguito di dichiarazione scritta di essere disoccupato, quando
invece non lo era, la qual cosa era a conoscenza di tutti.
Sempre alla ricerca di una mobilità continuo a lavorare, ad avere i soliti
problemi ed a sentirmi sempre peggio. Quando non sono in ufficio, sono
costantemente barricato in casa, fino al giorno che mi viene recapitato in
ufficio un proiettile di fucile, questa volta carico. Lascio quindi la casa di
Saponara, continuo a stare sempre male e sono costretto ad assentarmi dal
lavoro, fino a quando dal comune di Saponara ricevo l’informazione di essere
stato licenziato per aver superato il periodo di comporto, il giorno
19.09.2008. Non percepivo comunque lo stipendio sin dal mese di febbraio dell’
anno 2008, a causa delle assenze per malattia.
Inizio a mandare esposti e denunce a mezzo mondo e ad alcuni soggetti che si
occupano di informazione pubblica, tutte senza riscontro tranne quella inviata
al Presidente della Repubblica, il quale mi dava notizia di dedicare una
particolare attenzione alla vicenda che a lui risulta già seguita dalla Regione
Siciliana, e tranne quello di una dirigente della Regione Siciliana , la quale
mi chiede di non tediarla più con le mie denunce, perché la Regione non avrebbe
sostanzialmente alcuna competenza per intervenire nella vicenda (?).
Mi reco alla sede INPS e faccio domanda per ottenere il sussidio di
disoccupazione. Lì mi viene consegnato un modulo da compilare a cura del datore
di lavoro. Spedisco quindi al comune di Saponara il modulo, il quale mi viene
restituito intonzo. Il risultato è quello, ad oggi, di non aver percepito il
sussidio di disoccupazione.
Cerco lavoro presso alcuni ristoranti e pizzerie per fare il cameriere o
anche il lavapiatti, ma nessuno ne ha bisogno. Faccio una inserzione in un
giornale di annunci, per fare il badante a persone anziane, ma nessuno mi
chiama. Faccio la domanda a scuola per fare il bidello, ma ancora oggi nessuno
mi ha convocato. Ho mandato alcuni curriculum ad imprese edili, dichiarandomi
disposto a lavorare anche all’estero, ma sono ancora senza risposta. E intanto
le medicine per curarmi le devo comprare, e paradossalmente devo mangiare pure
io. E poi mi servono i soldi per spedire le lettere raccomandate (già oltre
cento).
Nel frattempo, le finanziarie alle quali mi ero rivolto e che mi avevano
concesso alcuni prestiti, mi chiedono di pagare le due rate non ancora pagate.
Faccio presente di essere stato licenziato e di non percepire emolumenti sin
dal febbraio 2008, ma che sono in attesa di un nuovo lavoro. Rilevo che alle
persone che mi contattano telefonicamente, i miei problemi non interessano. La
persona esiste solo in funzione del business.
Quando mi sono trovato, per la prima volta nella mia vita, in un contesto
mafioso, ero impreparato. Ho comunque deciso di rispettare la legge ed ho
cercato di resistere con ogni mezzo. Poiché non potevo confrontarmi con alcuno,
per farmi coraggio mi sono detto che se resistevo lo facevo pure per i miei
figli, per i quali non ho mai cercato una raccomandazione, per provare ad
offrire loro una società più pulita, anche per merito del loro papà. E sempre
per farmi coraggio ho pensato di resistere per tutti quelli che desiderano un
futuro migliore, un mondo più onesto, per chi scrive denunce sui giornali, per
quelli che cercano un lavoro senza aver nessun pezzo grosso alle spalle, per
tutte le persone oneste. Ribadisco, questi pensieri li facevo nella mia
solitudine e solamente per farmi coraggio.
Ho combattuto, ed infine ho perso. E insieme a me avete perso anche voi. Voi
che avete il potere di offrirmi un lavoro per pagare i debiti e che mi
consentirebbe di mantenere la dignità sociale che mi è stata tolta. Voi che
avete il potere di portare i fatti all’attenzione della gente per
sensibilizzarla, e così contribuire ad una diffusa e maggiore consapevolezza
sociale del problema. Voi che mi avete giustamente negato il sussidio di
disoccupazione. Voi che, nonostante il potere conferito dalla legge, non avete
fatto nulla per fermare chi, al comune di Saponara, ha abusato e continua ad
abusare.
Avete perso voi quando la Regione Siciliana e la Corte dei Conti hanno
accertato le irregolarità e le illegalità ed i danni all’erario compiute ad
esempio dai Signori Vincenzo Giuliano, Francesco Campagna e Tommaso Venuto,
poiché a fronte degli illeciti accertati, il Comune Di Saponara li ha premiati
promuovendoli, facendoli diventare dirigenti ed aumentando i loro appannaggi
economici.
Avrete perso voi se vostri parenti non troveranno lavoro, quando invece a
Saponara alcune assunzioni sono state fatte per chiamata diretta.
Per non tediarvi ulteriormente, della tantissima documentazione in mio
possesso, allego in un CD una relazione ispettiva della Regione Siciliana, una
sentenza della Corte dei Conti, una lettera della Regione Siciliana, due
registrazioni vocali in una delle quali una mia sottoposta dichiara di essere
stata avvicinata da un consigliere comunale che le chiedeva di denunciarmi, un
altro sottoposto che riceve analoga richiesta da un onorevole della Regione
Siciliana, un altro che dichiara di essere stato trasferito dall’ufficio
personale all’ufficio notifiche, per aver segnalato al sindaco l’assunzione
irregolare di un certo Cucinotta. Nell’altra registrazione la responsabile di
una cooperativa riferisce delle intenzioni del sindaco di danneggiarmi per non
avere sottostato ad alcune richieste, e che avrei dovuto aspettarmi delle
pesanti provocazioni (le minacce si concretizzeranno da lì a poco). Infine una
certificazione medica. Tanto allego per consentire a voi una scelta
consapevole.
Se qualcuno mi dovesse chiedere: Come ci si sente ad essere una vittima?
Risponderei semplicemente: Augurati di non scoprirlo mai!

Giuseppe Toro

mercoledì

Le inchieste di Antonio Mazzeo

Da oggi questo blog ospiterà il collegamento alle inchieste di Antonio Mazzeo.
Saranno visibili cliccando sul logo ospitato nel menu di destra.
Invito come sempre tutti a leggerli con grande attenzione.




Università Cattolica di Milano con un cuore tutto per la NATO



vai all'articolo

Italiani sparite!

Benigni ieri sera è stato meraviglioso.

Perfetto con i suoi “affondi” nei confronti del potere e degli stupidi.


E’ l’unico che riesce, quando parla del nostro paese, a farmene innamorare.

Durante il suo monologo pensavo che anche i più sprovveduti dei miei connazionali si sarebbero fatti l’idea che “Berlusconi sparisci” non fosse solo una battuta.


Anche quando ho appreso la notizia della condanna dell’avvocato Mills a 4 anni e 6 mesi per aver mentito ai magistrati, dietro compenso di denaro per favorire Berlusconi nel processo “All Iberian”, ho creduto che il giorno dopo tutti gli italiani avrebbero gridato Berlusconi sparisci!


Corruzione in atti giudiziari. Questo il reato.


Mills ha reso falsa testimonianza per favorire un imputato in cambio di 600 mila dollari.

L’avvocato inglese è stato corrotto.

Chi ha intascato i soldi è stato condannato.

Chi li ha versati per cambiare gli esiti di un indagine non può essere processato perché si è creata l’immunità.


Un processo. Due coimputati.

Uno condannato, l’altro Presidente del Consiglio.


In Italia non è successo nulla.

Tutti hanno continuato a pensare ai fatti propri.


Hanno applaudito Benigni come foche ammaestrate.

Hanno letto da qualche parte della condanna inflitta al legale del premier, ma hanno sorvolato per informarsi su Veltroni e Bonolis.


Eppure quando Benigni diceva che Napoli è la città più bella del mondo, io riuscivo a crederci.

Quando parlava d’amore e di speranza tutto mi appariva possibile.


Dopo Previti un altro legale di Berlusconi viene condannato per corruzione.

Sembra l’ennesima riprova di come in casa fininvest si curassero gli affari legali.

La prova di come il Presidente del Consiglio sia pronto a piegare la legge in ogni modo, anche a suon di mazzette.


Corruzione e Giustizia.

Potere e Immunità.

Termini opposti. Facce diverse di una sola moneta.

Sentenze e Prescrizioni.

Lodo Alfano e Costituzione.

Democrazia e Dittatura.


Le parole di Benigni sono solo un ricordo oramai.

Anche la coscienza degli italiani lo è.



Auguri Enrico.

sabato

Un offesa che zittisce.

A volte, quando avevo 11 anni e giocavo a calcio in strada o all’oratorio, durante le partite qualcuno magari perché non giocavo come richiesto, nell’enfasi dell’agonismo, mi offendeva pesantemente.

Capitava allora che piano piano smettevo di essere presente.

Mi estraniavo dalle tattiche e mi incupivo.

Riuscivo a restare zitto anche ben oltre la fine della partita e della serata.


Permaloso? Forse si.

Ma le offese ingiuste e gratuite mi allontanavano da tutti.


In questi giorni non riesco a scrivere quello che vorrei.

Mi sento offeso.

In modo gratuito e spropositato qualcuno mi ha colpito con una valanga di bruttobastardomacomecazzogiochi!


Accendo la Tv e mi sento offeso, come uomo e come cittadino.

Mi ammutolisco e vorrei allontanarmi da chi mi aggredisce.


Ora, senza tanti commenti, riporto alcune di queste offese:

Scoppia il caso Genchi, il consulente informatico che per più di un decennio ha prestato la sua opera per le procure di tutta Italia, per ultima quella di De Magistris durante l’inchiesta “Why Not”.

Ad arte si inizia a montare la notizia di un possibile archivio segreto Genchi.

I frutti di anni di intercettazioni custodite illegalmente da un ipotetico fuorilegge.

Genchi ha visto troppe cose.

Tabulati, mail e dati coperti dal segreto istruttorio.

Ecco un buon modo per parlare comunque dell’uso criminale delle intercettazioni telefoniche.

Non è importante in fondo se il consulente ha o non ha questo fantomatico archivio.

L’importante è strumentalizzare la conduzione dell’indagine di De Magistris e l’uso apparentemente indiscriminato delle intercettazioni.

Più se ne parla e più nella gente si radica la convinzione che in fondo si sta esagerando.

Ci indorano la pillola.

O meglio, come si faceva una volta, ci somministrano l’olio di ricino per farci defecare.


L’immigrazione rientra nel pacchetto sicurezza.

Si riempiono i giornali di violenze commesse da immigrati clandestini.

La Lega vuole riscuotere la contropartita per la firma per l’approvazione dell’intero pacchetto sicurezza.

Va bene firmare questa porcata per salvare corruttori e colletti bianchi ma pretendiamo il bastone per gli extracomunitari.

Allora scatta la norma che prevede l’obbligo da parte dei medici di denunciare pazienti clandestini.

Una semplice legge che viola ogni diritto fondamentale dell’uomo.

L’ennesima offesa di una politica nazista.


Il ministro Di Pietro, nel suo colorito gergo, parla di Napolitano. Per tutti è vilipendio.

Un ministro non può attaccare così il Capo dello Stato.

La maggioranza difende Napolitano, sempre super partes, soprattutto quando firma i decreti in tempo record.

Napolitano chiede al parlamento qualche giorno dopo, di non intromettersi nel caso Englaro, perché non di competenza della politica, ma nessuno sembra ascoltarlo e la sua voce appare a tutti come quella di un vecchio rincoglionito che urla da solo su di un colle. Napolitano non firma il decreto. Minchia che palle sto' vecchio. Possiamo farne senza!

Ma cosa ci si può aspettare da chi reputa la Costituzione un inutile ed opprimente ostacolo da demolire. Il premier può tutto!


Comunque per oggi non gioco più.

E se mi offendete ancora vi arrocco questo cazzo di Super Santos.

venerdì

Medici e Clandestini. Uomini e Bestie.



Da Uguale per Tutti.

di Felice Lima
(Giudice del Tribunale di Catania)


La differenza fra l’uomo e la bestia si vede da cosa ciascuno “è disposto a fare” nei momenti critici.
Quando c’è cibo per tutti e maschi e femmine si accoppiano serenamente, uomo e bestia possono anche sembrare in qualche modo simili.

Ma quando la femmina sceglie un altro maschio, l’uomo soffre in silenzio rispettoso, mentre la bestia tenta di uccidere l’antagonista.
Così come quando il cibo scarseggia, l’uomo lo divide in parti uguali fra tutti, mentre la bestia ancora una volta uccide il concorrente per tenersi tutto il cibo per sé.

E’ notizia di oggi che il Senato della nostra Repubblica ha approvato una legge che prevede che i medici debbano denunciare gli stranieri clandestini che si rivolgano a loro per essere curati.
La Costituzione repubblicana difende come sacri alcuni diritti.

Fra questi quello alla salute.

L’art. 32 della Costituzione sancisce che «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti».

Si badi: come diritto di qualunque individuo – non solo, come per altri diritti, del cittadino – e come interesse della collettività.

L’art. 365 del codice penale dispone che: «Chiunque, avendo nell’esercizio di una professione sanitaria prestato la propria assistenza od opera in casi che possono presentare i caratteri di un delitto pel quale si debba procedere d’ufficio, omette o ritarda di riferirne all’Autorità indicata nell’articolo 361, è punito con la multa fino a 516 euro. Questa disposizione non si applica quando il referto esporrebbe la persona assistita a procedimento penale».

La ragione di questa norma è evidente.
La Costituzione vuole che, se io sto male, mi possa curare e pone la mia salute al di sopra dell’esigenza di perseguire eventuali reati che io possa avere commesso.

Se io, andando dal medico, devo temere di essere denunciato, tenderò a non andare dal medico, pur di non subire le conseguenze della denuncia.
Così facendo, potrà accadere che io patisca gravi conseguenze nel corpo per la mancata cura adeguata della mia malattia e, in alcuni casi, anche che muoia.

Ad oggi un assassino rimasto ferito nel corso del suo delitto può andare da un medico e farsi curare senza timore di essere denunciato. Perché la Costituzione considera la sopravvivenza dell’assassino un valore “prevalente” rispetto alla sua punizione.

Se la legge approvata al Senato sarà confermata anche alla camera, una madre straniera che abbia una bambina con sintomi di una malattia che non conosce, per il solo fatto di essere clandestina (e non assassina, come nell’esempio di prima), non potrà più recarsi da un medico senza essere denunciata anche per un reato (la permanenza senza permesso nel nostro territorio) per il quale stanno fissando una pena fino a quattro anni di carcere.


Se questa legge sarà approvata in via definitiva il nostro Stato avrà sulla coscienza un numero imprecisato di morti, di uomini e donne che avranno sovrastimato la propria possibilità di sopravvivere a una malattia pur di non consegnarsi ai secondini di un carcere.
L’onore e la civiltà di un popolo non stanno nelle chiacchiere e nella propaganda del regime che ha messo su. Ma nei fatti.

E i fatti parlano molto male di noi italiani.

Inoltre, la Costituzione, che ogni portaborse di partito si sente in diritto di trattare come una scarpa vecchia da buttare, è un punto di riferimento molto importante del grado minimo di civiltà che, in altri tempi, quando sembrava che ci convenisse, ci eravamo promessi e oggi, che sembra ci convenga meno (ma è un imbroglio: perché la civiltà, oltre a essere doverosa, conviene sempre), stiamo calpestando senza alcun pudore.

lunedì

Quando piove...



Ha smesso di piovere.
Almeno in questo momento è così.
E’ piovuto a lungo in modo a volte anche violento.


La pioggia cade e bagna, allaga, lava l’asfalto e cancella le orme, si infiltra e riempie canali e fiumi sotterranei.

La pioggia di questi giorni ha lavato un po’ di sangue dalle strade di Gaza cancellandone in noi il ricordo.

La pioggia si è abbattuta sul territorio dilaniato delle nostre regioni.
La pioggia lava, cancella.

Il terreno l’ha assorbita per poi smottare con la sua violenza travolgendo le opere delle formiche poco lungimiranti lungo l’autostrada della vergogna.
La pioggia non si è fermata neanche sui morti.

La pioggia ha portato un confusione nelle strade del centro.
Dai tombini della fogna è riemerso tutto il nauseabondo contenuto, ed allora i giornali si sono riempiti nuovamente di violenza.
Aggressioni e stupri, clandestini e periferie.
La pioggia ha fatto riemergere le primordiali paure.
Così la pioggia ha reso necessario l’intervento dell’esercito in Calabria e una rapida riforma della giustizia.

Un violentatore reo confesso và ai domiciliari, perché la legge è uguale a quella che apre le porte dei carceri ai tangentisti e truffatori, ma fuori piove forte ed allora tutti si bagnano.
La pioggia cancella il capitolo delle intercettazioni perché ne apre altri più d’effetto sulla popolazione interessata a non bagnarsi.

La pioggia può dare sollievo ad una terra in cui la siccità è la seconda piaga peggiore, ma se in quella terra e soprattutto di quella terra si è fatto merce, allora la pioggia è come veleno nel sangue.

La pioggia a volte è triste.
Con malinconia si guarda fuori dalla finestra nelle strade poco illuminate.
Il cielo si fa grigio.
La luce fioca della crisi rischiarata da quella bluastra che fuoriesce dal televisore acceso con nani e ballerine che ci allietano con giochi da fiera di periferia. Ci tengono a bada.

La pioggia che nasconde il fallimento di un intero sistema economico falso.
Ci mostrano gli ombrelli aperti per non farci bagnare ma niente che possa riparare la nostra terra.
Forse adesso il vento è cambiato. Forse ripioverà.