giovedì

Auguri Italiani.


Certo, io sono uno di quelli che si è emozionato ascoltando Benigni, quando sul palco di sanremo ha sottolineato l’importanza della festa dell’unità d’Italia.
Un paese che si è unito con il sacrificio di uomini e donne che ci credevano sul serio.
La storia dell’unità di un popolo che si riunisce sotto una bandiera.
Una bandiera ed uno spirito nazionalista (in senso buono) uniti con la voglia di liberarsi degli oppressori e di conquistare la libertà. 
150 anni di Italia. 
Un percorso che parte dal Risorgimento ed attraverso gloriose pagine di coraggio e sacrificio arriva fino alla Resistenza dei Partigiani durante la seconda guerra mondiale per giungere alla redazione della carta costituzionale.
Guardando il nostro passato “remoto” avverto anch’io un sentimento di orgoglio e di appartenenza.

Ma se penso agli ultimi trent’anni di storia nazionale, non riesco a trovare nulla per cui gioire.
Un paese che via via è scivolato in una sorta di abisso culturale e sociale.
Una nazione devastata dalle menzogne e dai soprusi.

Un paese, una nazione non si può solo valutare per la sua continuità territoriale che grossomodo coincide con quella amministrativa.
Da Bolzano a Trapani, da Aosta e Lampedusa, da nord a sud. Quante volte abbiamo sentito nominare opposti geografici per infondere l’idea di unità e di nazione.
L’ideale di Patria.
Un paese bellissimo da un estremo all’altro, con la sua storia, i suoi monumenti, la sua cucina e la sua gente.
Vero, tutto vero. 
Ma è assolutamente certo anche il contrario.
Un paese un cui il malaffare e la corruzione è ben radicato da un estremo all’altro.
Un nord industrioso e senza scrupoli contrapposto ad un sud più lassista e senza scrupoli
Tutto per come è conveniente che sia. Tutto secondo la convenienza del potere.
Un'unica spina dorsale che tiene unito un’insieme di macro-aree in cui vige l’assoluto disprezzo delle regole.
Intere regioni dove lo Stato non è riuscito a stabilire la propria sovranità giungendo a concederla, a volte per convenienza, altre volte per incapacità, interamente alle mafie, abbandonando chi ha tentato di riaffermare il diritto con la propria vita.

Però se risuona l’Inno ci sentiamo un po’ più Italiani. 
Italiani brava gente.
Ci sentiamo Italiani, patrioti e brava gente quando inviamo il nostro sms per telethon o assistiamo all’impegno dei volontari che da tutta la nazione giungono nell’area colpita da calamità dove altri, prima, arrivati da tutta la nazione, hanno lucrato e speculato a scapito dei propri connazionali.
L’Italia ed il suo esercito che non si riesce a capire per chi combatte ma che ai funerali di Stato ci unisce alla vista di quella bandiera sulla cassa, al volto affranto dei governanti ed alle lacrime di madri vestite a lutto.
Gli Italiani hanno un cuore grande.

Gli Italiani riescono pure a tenere come componente primaria di governo, esponenti politici che mascherando i loro propositi di secessionismo con un falso progetto di federalismo amministrativo, preferiscono abbandonare i loro scranni durante l’ascolto dell’Inno nazionale.

Ritornando a quel percorso compiuto in questi 150 anni che tutti in questi giorni amano ricordare, Rinascimento, Liberazione, Resistenza e Costituzione, è opportuno valutare, come negli ultimi anni, ogni singolo valore che ha segnato la strada della nazione sia stato più volte attaccato e vilipeso. 
Un sistematico tentativo di distruggere ciò che ci rende fieri perpetrato non da piccoli gruppi di estremisti e terroristi ma dalle forze di governo di questo paese.
Culturalmente e politicamente, con azzardati revisionismi storici e malcelati esperimenti di erosione dei princìpi di democrazia, le buone cose per cui varrebbe la pena festeggiare stanno sbiadendo.

Una nazione, che di per sé significa unita, deve poter festeggiare i propri valori o almeno il tentativo che si compie per raggiungerli.
Libertà, Giustizia, Uguaglianza e Solidarietà.

Credo allora che oggi occorra soprattutto ricordare.
Rileggere la storia e ritrovare le motivazioni che spinsero 150 anni addietro, alcuni Italiani a credere in una Nazione, una e libera. Crederci fino alla morte.
Tentare di sollevare il pesante orpello che smorza ogni coscienza rendendoci apaticamente sudditi dominati.
Tentare di Rinascere. Uniti per un nuovo Rinascimento. 
Per altri 150 anni.

mercoledì

A Giudizio!

Foto di enricodigiacomo 

Il presidente della Provincia di Messina, Nanni Ricevuto (all'epoca dei fatti era vice ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca del governo Berlusconi)  insieme al Rettore dell'Università di Messina Franco Tomasello ed alla moglie Melitta Grasso con l'ex presidente del Consiglio Comunale di Messina Umberto Bonanno e l'ex direttore sanitario del Policlinico di Messina Giovanni Materia.

Otto imputati per accuse che vanno dall'abuso d'ufficio alla truffa.
Otto messinesi illustri (forse i più importanti) che a loro piacimento sembra, gestivano come fosse cosa loro il policlinico di Messina pilotando un concorso.

La più grande industria della città dello stretto, da sempre oggetto delle mire di gruppi affaristici e criminalità organizzata, rientrava secondo i magistrati, nella sfera delle conduzioni private dei padroni della città.

La solita storia, i soliti palazzi e le solite facce. 
Una storia vecchia come quella di questa città.

Il processo valuterà gli indizi e le prove cercando la verità in un processo che vede imputati uomini potenti. I più potenti. 

Il rinvio a giudizio è un atto politicamente ed eticamente pesante. 
La giustizia accerterà le responsabilità ma nel frattempo Giovanni Materia si dimette dall'incarico di direttore sanitario dell'ASL di Milano.

Un gesto che appare in controtendenza con la prassi giudiziaria del nostro paese, quando a finire sotto processo per gravi indizi di colpevolezza sono politici e alti funzionari che restano inchiodati alle loro poltrone da cui la giustizia sembra essere meno forte.

Materia si dimette. Attenderà il giudizio con serenità (si dice così).

Tomasello e Ricevuto?
Loro no.
Loro continueranno a difendersi nella condizione privilegiata di uomini potenti.


La notizia:
Tutti e otto rinviati a giudizio. Il “nodo” intercettazioni su cui puntava la difesa per il gup Arena non è sussistente. Quindi sarà processo, che si aprirà il 18 maggio prossimo davanti ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale. Agli atti tre tipologie di reato e otto imputati. E i reati contestati sono l’abuso d’ufficio, due ipotesi di falso del pubblico ufficiale e poi la truffa. Al centro sempre la storia del concorso “pilotato” che nel 2006 consentì all’ex presidente del consiglio comunale Umberto Bonanno di sistemarsi al Policlinico con una retribuzione netta mensile di circa 2.530 euro, come esperto in Medicina del lavoro. Tutte accolte quindi le richieste di rinvio a giudizio formulate ieri al gup Maria Teresa Arena dal sostituto procuratore della Dda Angelo Cavallo, il magistrato che ha condotto questa inchiesta dopo il lungo lavoro della Sezione di Pg della guardia di finanza. Un’inchiesta che nel dicembre del 2008 portò alla sospensione per due mesi dalla funzioni del rettore Franco Tomasello, uno degli indagati, la seconda sospensione subita nel corso del suo mandato dopo quella del luglio 2007, legata al concorso “pilotato” di Veterinaria. I rinvii a giudizio decisi ieri dal gup Maria Teresa Arena dopo un’intensa mattinata e una lunga camera di consiglio, oltre al rettore Tomasello riguardano l’ex presidente del consiglio comunale Umberto Bonanno, il beneficiario del posto pubblico, l’allora direttore sanitario del Policlinico Giovanni Materia, i componenti della commissione esaminatrice di quella selezione, i medici Carmelo Abbate, docente di Medicina del lavoro, e Giovanna Spatari, all’epoca ricercatrice, l’intermediario Concetto Giorgianni, poi Carmela “Melitta” Grasso, la moglie del rettore, e infine il presidente della Provincia Nanni Ricevuto, che nel 2006 quando tutto questo succedeva era invece vice ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca. Il primo “contraccolpo” alla decisione del gup Arena s’è registrato già nel tardo pomeriggio di ieri. Uno degli imputati rinviati a giudizio, Giovanni Materia, attualmente direttore sanitario dell’Asl Milano 1, ha dato le dimissioni dall’incarico. Lo ha reso noto la Regione Lombardia, che ha diffuso un comunicato. Materia era stato nominato da pochi giorni all’Asl Milano 1. Anche ieri dopo la requisitoria del pm Angelo Cavallo gli interventi difensivi hanno avuto al centro una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali che sono confluite in questa inchiesta, e che secondo i difensori non sarebbero utilizzabili. Una vicenda che all’epoca della sospensione del rettore finì in Cassazione, ma in realtà la Suprema Corte non si pronunciò su questo aspetto. La VI sezione penale infatti dichiarò il ricorso della difesa inammissibile, probabilmente per la cosiddetta “carenza d’interesse”, visto che lo stesso giorno della trattazione il gip Maria Angela Nastasi siglò il provvedimento di reintegro del rettore, dopo i due mesi di sospensione dalla funzioni. La questione sarà affrontata adesso nel corso del prcoesso dai giudici della seconda sezione penale, il collegio presieduto da Mario Samperi. Il quadro delle accuse ipotizzate dalla Procura all’indomani dell’udienza preliminare resta quindi integralmente in piedi. Il primo reato contestato è l’abuso d’ufficio e riguarda tutti e otto gli indagati per il cosiddetto “regalo di Natale” a Bonanno (è un’intercettazione in cui parlava la moglie del rettore). Il 21 dicembre del 2006 è infatti il giorno dell’assunzione di Bonanno al Policlinico. Ci sono i vari ruoli ricoperti tra “pubblici ufficiali” e “privati determinatori” che ricomprendono tutti. In concreto Tomasello e Materia, anche con l’interessamento della moglie del rettore, avrebbero consentito che Bonanno scegliesse come componente della commissione esaminatrice il prof. Abbate, «soggetto a lui palesemente favorevole»; Materia poi, con l’avallo di Tomasello, avrebbe garantito “a priori” a Bonanno, ancor prima dello svolgimento della selezione pubblica (valutazione dei titoli e prova orale), il superamento della selezione stessa, assicurando la partecipazione personale tra i membri della commissione; ed ancora Abbate e la Spatari, con l’intermediazione di Giorgianni, avrebbero assicurato a Bonanno “a priori” il superamento della selezione. Ci sono poi gli altri reati contestati, due falsi del pubblico ufficiale e una truffa. In questo caso sono coinvolti Bonanno e il presidente della Provincia Regionale di Messina Nanni Ricevuto, che in passato fu sottosegretario delle Infrastrutture e poi vice ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca. In concreto i due casi di falso si riferiscono ad alcune documentazioni presentate da Bonanno agli atti della selezione pubblica per far aumentare il punteggio di valutazione, in cui si qualificava come consulente di quei due ministeri al tempo di Ricevuto, mentre in realtà secondo l’accusa la documentazione presentata era palesemente falsa, con consulenze mai prestate da Bonanno, che invece risultavano solo sulla carta. E con la presentazione di tutta questa documentazione agli atti della selezione pubblica, secondo la Procura s’è realizzata una clamorosa truffa perché i membri della commissione d’esame del Policlinico sarebbero stati tratti in errore nella valutazione dei titoli, collocando Bonanno al terzo posto della graduatoria finale e quindi consentendogli di firmare il contratto di assunzione il 21 dicembre del 2006, nella categoria del personale dirigente medico del Policlinico.

Da Gazzetta del Sud - Nuccio Anselmo -

venerdì

Magistratura bugiarda.


Quante bugie si raccontano nei giornali in Italia?
Quante volte leggiamo di giornalisti oppure di  magistrati e piemme delle procure “calde” che nelle interviste e nei libri raccontano delle difficoltà che incontrano nelle rogatorie internazionali soprattutto quelle effettuate verso i cosiddetti “paradisi fiscali”. 


Ritardi, dinieghi e mille complicazioni per ottenere documenti societari, movimenti finanziari eccetera.
Difficili inchieste su mafia e ndrangheta, su traffici di droga e riciclaggio di denaro sporco, vengono spesso drammaticamente rallentate o addirittura bloccate per la mancata collaborazione delle autorità locali e degli istituti bancari dei paesi in cui hanno sede ad esempio le famigerate società offshore.

Cazzate!

Il nostro governo ha risolto il problema in modo definitivo. 
Contro ogni accusa rivolta a questo governo di costante impoverimento del sistema giudiziario italiano, mossa come sempre da quella cerchia di politici, giornalisti e toghe rosse che vogliono distruggere Berlusconi, il suo ministro degli esteri lo ha pubblicamente dimostrato.
Infatti il prodigo Frattini per definire l’inchiesta sulla casa di Montecarlo di AN, ha lui stesso scritto al ministro di Saint Lucia e si è fatto mettere nero su bianco le informazioni sull’assetto societario delle offshore coinvolte nelle inchieste.
E sia ben chiaro che questo interessamento è stato dettato dall’esigenza di rispondere ad una interrogazione presentata da un parlamentare del PDL e messa immediatamente all’ordine del giorno.


Quindi cari procuratori, non perdete tempo con rogatorie impossibili e notifiche transoceaniche, affidatevi ad un parlamentare (magari di area governativa) a cui far presentare una interrogazione e vedrete che il buon ministro degli esteri, sfruttando sapientemente i suoi canali (che non sono certo quelli giudiziari o diplomatici), otterrà nel giro di pochi giorni tutte le informazioni che vi occorreranno.

Sapere se Cosa Nostra ricicla denaro utilizzando società con sedi in minuscoli atolli tropicali?
Capire come la Ndrangheta paga le partite di cocaina ai colombiani?
Chi sono i titolari delle società offshore coinvolte nelle inchieste contro Berlusconi?

Basta dunque con le lamentele.
Chiedete e vi sarà dato. 

giovedì

Momenti di trascurabile in-felicità


Il tabaccaio che ti dice che le tue sigarette non ci sono ed allora per qualche secondo mentre lui ti prospetta delle alternative assolutamente inutili con lo sguardo cerchi nello scaffale alle sue spalle l’immagine rassicurante del tuo pacchetto, magari anche l’ultimo, dimenticato e solitario.
Poi pensi che comunque è tardi e gli altri tabaccai saranno chiusi e poi sono le nove e devi tornare ed allora gli chiedi quelle che fumavi da ragazzo che tanto lo sai che ti faranno venire la tosse.

Nei documentari che ripropongono i vecchi filmati del ventennio con tutti gli italiani che c’erano a piazza Venezia che poi sono gli stessi che c’erano a piazzale Loreto e tutto sommato mi sembrano uguali a quelli che hanno votato per questo presidente e che comunque loro lo rivolterebbero senz’altro.

Quella donna che dentro un ospedale di questa città ha dovuto abortire sola in bagno perché i medici e le ostetriche erano tutti obiettori di coscienza.

Che mia figlia ha la febbre ed in un attimo pensi al termometro che di notte va sul rosso alla tachipirina ed alle bentelan, al sudore ed alla macchinetta dell’aerosol che fa un brutto rumore e credo si stia guastando, ma del resto i suoi anni li ha fatti…

Perché ancora, nonostante tutto, i modelli negativi qui al sud continuano ad apparire sempre più convenienti di quelli positivi. Che tra un futuro da disoccupato prima  ed operaio in nero dopo si continuano a scegliere i soldi e la bella vita, la macchina forte e i soprusi al disoccupato ed all’operaio in nero. Così capita che a Castelvetrano nessuno vada alla commemorazione di un giudice buono e bravo che combatteva gli esempi negativi e poi l'hanno ammazzato. I cattivi esempi comandano loro.

Quando sei stanco e ti andrebbe magari di rilassarti con gli amici, bere ed ubriacarti e stare stravaccato su un divano a ridere fino alle lacrime, quella sera hai un mal di testa infernale e prendi la bustina e ti corichi.

Leggi un libro di quelli tosti d’inchiesta fatti da giornalisti coraggiosi che rischiano la vita per le loro inchieste e ti domandi ma allora perché nulla è cambiato ora che tutto è stato scoperto? Perché la gente, la giustizia, la politica lascia che tutto resti così?

Ma non conosci Pavlov? E tu vorresti dire di si ma invece non sai chi cazzo sia e ti senti la persona più ignorante del mondo.

Ogni tanto ti ricordi che i buoni ed i cattivi stanno dappertutto. Che ci sono politici buoni (rari) e politici cattivi (il resto) ma che purtroppo ci sono anche poliziotti buoni e poliziotti corrotti, magistrati coraggiosi e giudici collusi, agenti dei servizi segreti che proteggono il paese da attentati (rari) e quelli che gli attentati li fanno (il resto). Che i medici sono bravi finchè non sbagliano e gli idraulici sono troppo cari e il pesce fresco non si trova più e poi che infondo siamo tutti un po’ buoni ed un po’ cattivi. Anche io.

Questa gente dell’est che sta rovinando l’Italia, ma soprattutto i rumeni. Come quando in Francia mi parlavano di mafia e dicevano che i siciliani dovrebbero morire tutti.

Che per l’alitalia si è smosso il governo, gli amici del presidente tutti i sindacati ed anche i viaggiatori mentre per la fiat che vadano a fare in culo.

Il militare che è morto il 19 gennaio ha sbagliato data per essere onorato come gli altri. Perché nel suo paese si parlava di troie e di presidenti puttanieri e non restava spazio per uno che si è fatto ammazzare in una guerra ingiusta più di tutte le guerre ingiuste.

Perché non ci apriamo un negozio? Uno tipo quello che abbiamo visto a Milano. Si ma quando poi ti chiedono il pizzo che fai? Hai ragione, lasciamo stare.

Ma di che partito sono io? Ma per chi dovrei votare?

Io faccio attenzione a non dire che sono stressato o depresso. Troppe volte usiamo queste parole a sproposito. Ho sentito madri che dicevano dei figli di otto anni che erano troppo stressati ma poi li mandavano a judo. Però a volte una strana sensazione di angoscia mi assale, mi accorcia il respiro e mi stringe la gola. Cammino, magari in auto, e mi sembra di procedere verso un dirupo, anzi verso il bordo del pianeta ed ho anche la certezza che qualche attimo prima si romperanno i freni. E’ angoscia. E’ un cupo sentimento che mi avvolge l’anima. Insomma un momento di trascurabile infelicità.


Chiedo scusa a Francesco Marino autore del bel libro “Momenti di trascurabile felicità” ed la suo editore Einaudi, per l’uso improprio che ho fatto del titolo del suo fantastico lavoro. Chiedo scusa a chi si aspetta da questo modesto diario on line qualcos’altro, ma se per tanto tempo non ho aggiornato queste pagine è proprio perché a volte i momenti di trascurabile infelicità sono tanti davvero.


«Entro in un negozio di scarpe, perché ho visto delle scarpe che mi piacciono in vetrina. Le indico alla commessa, dico il mio numero, 46. Lei torna e dice: mi dispiace, non abbiamo il suo numero.
Poi aggiunge sempre: abbiamo il 41.
E mi guarda, in silenzio, perché vuole una risposta.
E io, una volta sola, vorrei dire: e va bene, mi dia il 41.

lunedì

L'insostenibile leggerezza del ponte.


Il Ponte è un annuncio perenne, che ha generato e continua a generare un considerevole impegno di spesa pubblica (improduttiva); che crea aspettative (lecite e illecite), visioni e sogni di sviluppo, ma che bisognerebbe attentamente evitare di realizzare perché il sogno diventerebbe realtà e il risveglio in questa realtà sarebbe un incubo senza fine. (Domenico Marino - Rubbettino Editore)