mercoledì

A Giudizio!

Foto di enricodigiacomo 

Il presidente della Provincia di Messina, Nanni Ricevuto (all'epoca dei fatti era vice ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca del governo Berlusconi)  insieme al Rettore dell'Università di Messina Franco Tomasello ed alla moglie Melitta Grasso con l'ex presidente del Consiglio Comunale di Messina Umberto Bonanno e l'ex direttore sanitario del Policlinico di Messina Giovanni Materia.

Otto imputati per accuse che vanno dall'abuso d'ufficio alla truffa.
Otto messinesi illustri (forse i più importanti) che a loro piacimento sembra, gestivano come fosse cosa loro il policlinico di Messina pilotando un concorso.

La più grande industria della città dello stretto, da sempre oggetto delle mire di gruppi affaristici e criminalità organizzata, rientrava secondo i magistrati, nella sfera delle conduzioni private dei padroni della città.

La solita storia, i soliti palazzi e le solite facce. 
Una storia vecchia come quella di questa città.

Il processo valuterà gli indizi e le prove cercando la verità in un processo che vede imputati uomini potenti. I più potenti. 

Il rinvio a giudizio è un atto politicamente ed eticamente pesante. 
La giustizia accerterà le responsabilità ma nel frattempo Giovanni Materia si dimette dall'incarico di direttore sanitario dell'ASL di Milano.

Un gesto che appare in controtendenza con la prassi giudiziaria del nostro paese, quando a finire sotto processo per gravi indizi di colpevolezza sono politici e alti funzionari che restano inchiodati alle loro poltrone da cui la giustizia sembra essere meno forte.

Materia si dimette. Attenderà il giudizio con serenità (si dice così).

Tomasello e Ricevuto?
Loro no.
Loro continueranno a difendersi nella condizione privilegiata di uomini potenti.


La notizia:
Tutti e otto rinviati a giudizio. Il “nodo” intercettazioni su cui puntava la difesa per il gup Arena non è sussistente. Quindi sarà processo, che si aprirà il 18 maggio prossimo davanti ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale. Agli atti tre tipologie di reato e otto imputati. E i reati contestati sono l’abuso d’ufficio, due ipotesi di falso del pubblico ufficiale e poi la truffa. Al centro sempre la storia del concorso “pilotato” che nel 2006 consentì all’ex presidente del consiglio comunale Umberto Bonanno di sistemarsi al Policlinico con una retribuzione netta mensile di circa 2.530 euro, come esperto in Medicina del lavoro. Tutte accolte quindi le richieste di rinvio a giudizio formulate ieri al gup Maria Teresa Arena dal sostituto procuratore della Dda Angelo Cavallo, il magistrato che ha condotto questa inchiesta dopo il lungo lavoro della Sezione di Pg della guardia di finanza. Un’inchiesta che nel dicembre del 2008 portò alla sospensione per due mesi dalla funzioni del rettore Franco Tomasello, uno degli indagati, la seconda sospensione subita nel corso del suo mandato dopo quella del luglio 2007, legata al concorso “pilotato” di Veterinaria. I rinvii a giudizio decisi ieri dal gup Maria Teresa Arena dopo un’intensa mattinata e una lunga camera di consiglio, oltre al rettore Tomasello riguardano l’ex presidente del consiglio comunale Umberto Bonanno, il beneficiario del posto pubblico, l’allora direttore sanitario del Policlinico Giovanni Materia, i componenti della commissione esaminatrice di quella selezione, i medici Carmelo Abbate, docente di Medicina del lavoro, e Giovanna Spatari, all’epoca ricercatrice, l’intermediario Concetto Giorgianni, poi Carmela “Melitta” Grasso, la moglie del rettore, e infine il presidente della Provincia Nanni Ricevuto, che nel 2006 quando tutto questo succedeva era invece vice ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca. Il primo “contraccolpo” alla decisione del gup Arena s’è registrato già nel tardo pomeriggio di ieri. Uno degli imputati rinviati a giudizio, Giovanni Materia, attualmente direttore sanitario dell’Asl Milano 1, ha dato le dimissioni dall’incarico. Lo ha reso noto la Regione Lombardia, che ha diffuso un comunicato. Materia era stato nominato da pochi giorni all’Asl Milano 1. Anche ieri dopo la requisitoria del pm Angelo Cavallo gli interventi difensivi hanno avuto al centro una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali che sono confluite in questa inchiesta, e che secondo i difensori non sarebbero utilizzabili. Una vicenda che all’epoca della sospensione del rettore finì in Cassazione, ma in realtà la Suprema Corte non si pronunciò su questo aspetto. La VI sezione penale infatti dichiarò il ricorso della difesa inammissibile, probabilmente per la cosiddetta “carenza d’interesse”, visto che lo stesso giorno della trattazione il gip Maria Angela Nastasi siglò il provvedimento di reintegro del rettore, dopo i due mesi di sospensione dalla funzioni. La questione sarà affrontata adesso nel corso del prcoesso dai giudici della seconda sezione penale, il collegio presieduto da Mario Samperi. Il quadro delle accuse ipotizzate dalla Procura all’indomani dell’udienza preliminare resta quindi integralmente in piedi. Il primo reato contestato è l’abuso d’ufficio e riguarda tutti e otto gli indagati per il cosiddetto “regalo di Natale” a Bonanno (è un’intercettazione in cui parlava la moglie del rettore). Il 21 dicembre del 2006 è infatti il giorno dell’assunzione di Bonanno al Policlinico. Ci sono i vari ruoli ricoperti tra “pubblici ufficiali” e “privati determinatori” che ricomprendono tutti. In concreto Tomasello e Materia, anche con l’interessamento della moglie del rettore, avrebbero consentito che Bonanno scegliesse come componente della commissione esaminatrice il prof. Abbate, «soggetto a lui palesemente favorevole»; Materia poi, con l’avallo di Tomasello, avrebbe garantito “a priori” a Bonanno, ancor prima dello svolgimento della selezione pubblica (valutazione dei titoli e prova orale), il superamento della selezione stessa, assicurando la partecipazione personale tra i membri della commissione; ed ancora Abbate e la Spatari, con l’intermediazione di Giorgianni, avrebbero assicurato a Bonanno “a priori” il superamento della selezione. Ci sono poi gli altri reati contestati, due falsi del pubblico ufficiale e una truffa. In questo caso sono coinvolti Bonanno e il presidente della Provincia Regionale di Messina Nanni Ricevuto, che in passato fu sottosegretario delle Infrastrutture e poi vice ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca. In concreto i due casi di falso si riferiscono ad alcune documentazioni presentate da Bonanno agli atti della selezione pubblica per far aumentare il punteggio di valutazione, in cui si qualificava come consulente di quei due ministeri al tempo di Ricevuto, mentre in realtà secondo l’accusa la documentazione presentata era palesemente falsa, con consulenze mai prestate da Bonanno, che invece risultavano solo sulla carta. E con la presentazione di tutta questa documentazione agli atti della selezione pubblica, secondo la Procura s’è realizzata una clamorosa truffa perché i membri della commissione d’esame del Policlinico sarebbero stati tratti in errore nella valutazione dei titoli, collocando Bonanno al terzo posto della graduatoria finale e quindi consentendogli di firmare il contratto di assunzione il 21 dicembre del 2006, nella categoria del personale dirigente medico del Policlinico.

Da Gazzetta del Sud - Nuccio Anselmo -