martedì

Ancora fango sugli alluvionati di Messina



La dignità della nostra classe politica finita nel fango.

La realtà stravolta per fini di difesa o per propaganda.


Ieri l’ennesimo teatrino di politici parlanti a porta a porta ha svelato ancora una volta la loro incapacità nel prevenire e curare i mali di questa nostra nazione.

Ieri gli italiani ma ancor di più i messinesi e le popolazioni colpite dal nubifragio volevano risposte.

Dalla "terza camera" dello stato così ricca di esponenti autorevoli, volevano rassicurazioni, scuse e certezze.

Niente di tutto questo hanno ascoltato.


Come in un flipper che sta per andare in “tilt” la pallina saltava con scatti nervosi da una parte all’altra.

Non c’era maggioranza ed opposizione a farsi rimbalzare la responsabilità.

Stavolta era il governo contro gli enti locali.

Tutti politicamente schierati dalla stessa parte ma tutti alla ricerca del capro espiatorio.

Uno piccolo e poco importante su cui far ricadere ogni colpa.


L’oggetto del contendere era ovviamente rappresentato dagli interventi di “messa in sicurezza” che dopo l’alluvione e le frane dell’ottobre 2007 dovevano essere eseguiti nei territori oggi cancellati dal fango.

Dopo una breve dissertazione sull’abusivismo riscontrato sul territorio ed ora denunciato dal comandante dei vigili urbani di Messina (vorremmo capire come mai queste denuncie arrivano sempre il giorno dopo le tragedie...) si inizia a parlare delle reali responsabilità.


Il sindaco di Scaletta Zanclea a gran voce dichiara che questi interventi erano stati più volte sollecitati alla Regione Sicilia.

Lombardo risponde che tutti i fondi a disposizione(tre milioni di euro) erano stati spesi per le opere necessarie ma erano ovviamente pochi.

“Noi non abbiamo colpe, abbiamo fatto il possibile e la magistratura lo accerterà”. Insomma come si dice da noi “mettiamo le mani avanti...”


Il ministro Prestigiacomo smentisce Lombardo asserendo che i tre milioni di euro risultano ancora nel capitolo di spesa e pertanto non sono stati mai spesi.

Il ministro all’ambiente aveva a caldo dichiarato: «La comunità messinese è stata molto sfortunata, ma una cattiva gestione del territorio ha fatto il resto».

“Hanno litigato, protezione civile regionale e genio civile, non concludendo niente.”


Dopo l’affondo alla regione si diletta in propaganda, sbandierando le ampie risorse che il governo aveva generosamente messo a disposizione per il ripristino degli assetti idrogeologici della nazione, dimenticando però quanto già affermato poche ore dopo l’alluvione: "Niente soldi per il suolo" - "Per quest'anno per la difesa del suolo abbiamo 50 milioni. Per il 2010 sapete quanto c'e'? Zero''


Bertolaso gioca allora la sua carta. “Oltre i tre milioni ne sono stati messi a disposizione altri quattro per mettere in sicurezza quei luoghi”.

Il capo della protezione civile è convinto che a la causa sia da ricercarsi nell’abusivismo: “Io non faccio polemiche - aveva dichiarato prima - ma cerco di risolvere i problemi, è però evidente che non può essere la Protezione Civile a risolvere i problemi di dissesto idrogeologico creati dall’abusivismo”.


I servizi esterni da Giampilieri evidenziano però che solo 40 mila euro sono stati investiti per realizzare inutili “gabbiotti” di inerti per tentare di arginare il torrente.


Insomma chi non ha speso questi soldi? Chi non ha adempiuto al suo mandato?


Vale la pena ricordare la denuncia precisa dell’Ing. Sciacca a proposito dei lavori non eseguiti: A seguito dell'alluvione del 2007 negli stessi luoghi in cui si è registrata oggi la tragedia - ha raccontanto l'ingegnere capo - fui incaricato dalla Protezione Civile regionale di redigere un piano di interventi che desse soluzione al dissesto idrogeologico della zona, piano che presentai tra novembre e dicembre dello stesso anno. Da allora non ebbi più notizie nonostante le frequenti sollecitazioni che feci al responsabile, Salvatore Cocina, che - denuncia Sciacca - ha responsabilità gravissime nel disastro.


Certo in questo momento accusare qualcun altro sembra sia il miglior modo per non sentirsi il peso sulla coscienza di uomini, donne e bambini morti per colpa di una criminale mancanza da parte di chi ci governa e ci amministra.


Si getta altro fango per sporcare tutto, lordarlo per renderlo irriconoscibile, far scomparire le impronte, devastando la sola cosa che è rimasta in piedi, la dignità dei messinesi.


Le case abusive, se abusive erano andavano demolite!

I muri, i terrazzamenti e la piantumazone andava eseguita in tempo!

I soldi si dovevano rendere disponibili subito!

Ognuno con il proprio ruolo, assolvendo il proprio dovere, avrebbe dovuto impedire questo eccidio.

Adesso invece tutti attenti a non finire invischiati in quel fango che ha cancellato la vita di troppe persone.


Certo si scoprirà che alla fine probabilmente saranno tante “piccole” mancanze che messe tutte insieme hanno generato un grave dolo.

Così come il dolore adesso è diviso e condiviso in tante case dove si piangono i morti, anche le responsabilità verranno frammentate in tanti parti.

Piccoli pesi che scompariranno presto sulle spalle di funzionari e politici a differenza di quel dolore che resterà immenso, indivisibile e indelebile nei cuori di chi senza colpa ha pagato per errori altrui.


Con i funerali si spegneranno i riflettori del circo mediatico e tutto verrà spinto verso l'oblio.

Ma per favore, basta fango.

1 commento:

Mauro docmau ha detto...

Veramente avvilente, mentre ci si lava le mani del sangue dei morti.