sabato

Sarebbe meglio mentire.


Oggi sono 24 anni dalla sua morte.
A colpi di lupara l'hanno uccisa.
Avevo solo 17 anni.
Abbiamo lottato per ottenere giustizia.

Li avevano anche assolti.
Alcuni magistrati di quelli...

Poi finalmente in quell'aula abbiamo pianto.
Dopo più di vent'anni abbiamo ottenuto quello che sarebbe giusto attendersi da un paese civile.
Giustizia.

Oggi a Saponara è un pò festa.
E' l'anniversario, il giorno della memoria, un giorno per sentirci più vicini nel ricordo di Graziella.
Il sindaco, le autorità, Fiorello, la messa e gli scout.
Certo ci saranno lacrime, ma anche la speranza che ciò che è stato interrotto, il procedere di una giovane vita, non si è fermato con quei cinque colpi.

Invece non è così.
Oggi che diremo alla gente in chiesa o al palasport che vogliono ricordare Graziellina?
Che diremo ai giovani boy scout che sfileranno con le candele accese?
Che diremo alla famiglia Campagna che non ha smesso mai di lottare?

Che a pochi chilometri da quelle strade, raffreddate da una leggera brezza autunnale, in una casa, sul suo divano al caldo, siede l'assassino?
Che idea daremo di giustizia?
Per cosa dovranno lottare i nostri figli?

Gerlando Alberti jr. è a casa giusto per l'anniversario dell'omicidio commesso.
Ne prima ne dopo. Per un mafioso è il più alto riconoscimento.
A casa sua si festeggierà pure per la ritrovata libertà.

Ma noi qui allora ricorderemo Graziella Campagna e l'ennesima ingiustizia.
Ai nostri figli forse sarà il caso di dire una bugia.

giovedì

Cosa Nostra è stata truffata.


Perché il quotidiano della famiglia Berlusconi Il Giornale continua a titolare che il presidente del consiglio è indagato dalla procura di Firenze per mafia?

Ieri sera ad Exit il vicedirettore dello stesso quotidiano lo svela al pubblico.

Sembra evidente, dice Alessandro Sallusti, che Berlusconi sia sotto tiro da parte delle magistratura e che l’annotazione del suo nome sul registro degli indagati sia inevitabile.

Il motivo è da ricercare secondo lo stesso, nella manovra offensiva di cosa nostra nei confronti del governo.

Insomma la magistratura sta facendo il gioco della mafia. Del resto dice il giornalista, la mafia agisce isolando, denigrando, attaccando chi la combatte.

Quindi secondo lo stesso impiegato della famiglia Berlusconi, così come capitò a Falcone e Borsellino, il povero Silvio Berlusconi da anni è oggetto della campagna d’attacco delle famiglie siciliane.

Occorre allora ricordare a Sallusti, che se è vero che la mafia agisce in vari modi, creando terra bruciata attorno ai propri obiettivi (Falcone diceva che si muore quando si resta soli) e poi ricorrendo alla violenza, ma non persegue una strategia di denigrazione avvalendosi dello strumento giudiziario per più di dieci anni per distruggere un nemico.

La mafia esegue le condanne e non le demanda alla magistratura.

Del resto non risulta che prima delle stragi del 1992 Falcone e Borsellino fossero stati tirati in ballo da pentiti o da indagini di procure strumentali.

Alle minacce ed all’isolamento seguirono le stragi.

Insomma si cerca di far passare Berlusconi per una vittima per il suo alto impegno contro la mafia.

Poi arriva l’intervista all’avvocato di Riina.

Il suo accento toscano non aiutava a rappresentare una “minaccia mafiosa”, ma in modo chiaro e diretto ha parlato chiaramente di una Truffa.

Questi uomini che sanno di finire la propria vita in carcere (parlando di Riina e Provenzano) si sentono truffati.

Truffati da chi? Truffati per cosa?

Da qualcuno che li ha ingannati ricavandone un profitto.

Da qualcuno che aveva sottoscritto un Patto senza però rispettarne i termini?

Qualcuno che ha ricevuto qualcosa senza corrispondere la contropartita?

L’avvocato lascia intendere che ci sarà da aspettarne delle belle.

Vale la pena ricordare il contenuto del decreto di archiviazione sulle prime indagini sui mandati delle stragi del ’93 avviate dal Tribunale di Firenze del novembre del 1998.

Berlusconi e Dell’Utri hanno “ intrattenuto rapporti non meramente episodici con soggetti criminali cui è riferibile il programma stragista realizzato” sottolineando che esiste “una obbiettiva convergenza di interessi politici di Cosa Nostra rispetto ad alcune qualificate linee programmatiche della nuova formazione (Forza Italia): art. 41 bis, legislazione sui collaboratori di giustizia, recupero del garantismo processuale…”.

Il GUP aggiunge poi che “l’ipotesi iniziale (contro Berlusconi e Dell’Utri) ha mantenuto e semmai incrementato la sua plausibilità” ma è scaduto “il termine massimo delle indagini preliminari”.

Questo viene depositato nel 1998 quando non c’era ancora nessun Spatuzza e nessun Ciancimino.

Questo quanto attestato dalle carte processuali. Questa obiettiva convergenza forse era l’oggetto del Patto. Un Patto prevede un rapporto di dare-avere. Richieste e Papelli.

Questo è il motivo per cui non servono quotidiani a disegnare l’immagine di una vittima della mafia. Questo è il motivo per cui l’avvocato di Riina, pur senza i folcloristici tratti tipicamente siciliani, ha lasciato intuire che qualcuno non aveva rispettato i patti.

martedì

No ponte a tutti


Io sono contrario alla costruzione del ponte sullo stretto.
Io sono uno del movimento NO PONTE.
Nel senso che manifesterò e mi batterò contro questa opera inutile ed assurda.

Io sono però contro chi tenta di intestarsi una lotta che riguarda una moltitudine di persone sempre più numerosa e trasversale.
Io sono contro chi non fa parlare nelle manifestazioni locali Renato Accorinti per non renderlo (secondo alcuni) l’unico leader del movimento (quando per tutti in questa città, lui è il simbolo del NO al PONTE).
Io sono contro chi adesso il No al Ponte siamo noi.
Io sono contro chi duplica i loghi perché il nostro è più bello.
Io sono contro chi (se è vero) non permette a chi politicamente schierato dalla parte opposta di partecipare alle manifestazioni.
Io sono contro chi pensa di essere il depositario del movimento.
Io sono contro chi vuole le stesse bandiere e gli stessi loghi dappertutto.

Io voglio che sfilino mille colori al grido NO PONTE.
Io voglio che tutti possano essere dentro il movimento con tutti i se e con tutti i ma.
Io voglio che a parlare siano tutti, grandi e piccoli, intellettuali e pescatori.

Io voglio essenzialmente che il ponte non venga costruito.