lunedì

L'Italia nel pallone

Gli italiani, da buoni abitanti del paese del paradosso, usano due pesi e due misure.

Sono rigidi nel giudicare alcune cose e tolleranti fino allo spasmo su altre.

Sono abili commentatori dello sport nazionale, il calcio.
Sono di questa disciplina non solo opinionisti ma tutti quotati allenatori e commissari tecnici.

Nel campionato di calcio sia di serie A che di serie B, nonché nelle gare della nazionale, riescono stando seduti in poltrona o sui gradini di uno stadio a giudicare, sanzionare o graziare tutti coloro i quali a questi giochi ci partecipano attivamente.

Così capita che quando una squadra non ottiene i risultati sperati, le tifoserie pressando sulle società calcistiche, riescono a far cambiare allenatore, centroavanti o portiere, a seconda del colpevole individuato.
Insomma gli italiani tifosi non tollerano che le cose vadano male.

Non riescono ad assecondare un allenatore incapace o un attaccante che non segna.
Hanno consegnato il loro cuore ad una bandiera e mai e poi mai possono perdonare chi non si spende per i suoi colori.
Folle di ultrà inferociti si apposta sotto le stanze della dirigenza. Fischi e sputi dagli spalti.
Non si comprano più biglietti. Si lotta per ottenere giustizia.

Un commissario tecnico sbaglia la scaletta dei rigoristi?
Fuori!
Un allenatore non assicura la salvezza dalla retrocessione?
A casa!
Nessuna clemenza. Chi sbaglia paga.

Eppure tale rigidità non rispecchia il comportamento degli stessi italiani nella vita di tutti i giorni.

Il presidente del consiglio e il suo governo di dipendenti non fanno nulla per risolvere i problemi di un paese ormai in ginocchio, anzi in area retrocessione, e si spende anzi, per risolvere i problemi propri distruggendo la giustizia non scatenando alcuna reazione.

Il commissario tecnico di questo paese, si preoccupa più di realizzare una panchina personale sventrando lo stadio e limitando l’area di gioco, non pensando neanche per un attimo né ai giocatori né ai tifosi.

Durante il primo tempo di una partita mentre la sua squadra arranca, si sporge dalla balconata con tanto di ombrelloni e sdraio, ed abbassandosi la cerniera dei pantaloni piscia sui centrocampisti.

Qualcuno si lamenta (i soliti comunisti). I giocatori non corrono, non giocano e perdono.
Nessuno sembra però accorgersi di nulla.
Dalle televisioni arrivano acclamazioni. Qualcuno dai giornali tiepidamente lo sostiene.

La formazione continua però a perdere.
Siamo fuori da ogni campionato. Lo stadio rischia di diventare un deserto. Nessuno degli ultrà si lamenta. Nessun coro contro. Nessun fischio.

L’allenatore non si cura di nulla.
Le sue mancanze non vengono neanche celate. Tutto alla luce del sole.

Il presidente del consiglio continua imperterrito e pensa:
mica sono Donadoni io!

mercoledì

Braccia rubate all'agricoltura

"ReD - spiega il presidente dell'associazione, De Castro - vuole essere un luogo di confronto per contribuire alla crescita di una nuova prospettiva riformista nel solco tracciato con la nascita del Partito Democratico. Uno strumento che ha l'ambizione di arricchire il processo di elaborazione che accompagna la costruzione e il radicamento del PD.D'altronde ReD nasce oggi, ma va ad affiancare un'esperienza ormai decennale come quella della Fondazione Italianieuropei, interpretando un concetto alla base della formula organizzativa del PD: aprirsi alla società in forme nuove e plurali per affinare la capacità di ascolto e favorire la partecipazione alla riflessione. Una risorsa conclude De Castro - che alimenterà la capacità di risposta del PD per farlo tornare a vincere".

Traduzione:

Non sappiamo cosa cazzo inventarci più.

Il logo è bello e si presta all’evocazione della sinistra. ReD=Rosso.
Abbiamo già stampato le bandiere e le spallette e sono venute benissimo.

Gli italiani si fanno prendere in giro facilmente.
L’importante è apparire credibili.

Insomma tutti vorrebbero farci scomparire. Tutti vorrebbero soprattutto cancellare gli attuali vertici del PD & Co.

D’Alema mica è un orinale che puoi metterlo da parte con tanta facilità.
Le tentiamo tutte. Cose nuove per mascherare i vecchi giochi di potere.


Insomma non pretenderete che dopo tanti anni possiamo scomparire così. Non esiste!


E poi vuoi mettere che bella dichiarazione che ho scritto. Non si capisce un cazzo però è molto trendy.

Aiutateci, dobbiamo campare pure noi… siamo disperati.

Italia fuori dall'Europa!

Se un paese europeo ad un certo punto, dichiarasse senza vergogna di non essere in grado di rispettare la regola della certezza della pena, cioè di non essere nelle condizioni di assicurare un processo nei tempi e nei modi sanciti dalla propria costituzione per lo stato di abbandono in cui versa il proprio sistema giustizia, come accoglierebbe la notizia l’Europa?

Insomma, mettiamo che il presidente del consiglio di questo Stato dicesse candidamente di essersi accorto che nel proprio paese non si arrivano a fare tutti i processi, perché una mancanza cronica di fondi non assicura i mezzi indispensabili per i tribunali, perché alcune leggi (da lui stesso emanate) hanno abbreviato i tempi di prescrizione, perché ancora si celebrano processi per reati già coperti dall’indulto, e quindi quelli che riguardano reati che lui ritiene meno pericolosi o che gli assicurino l’impunità per prescrizione verranno sospesi (sequestro di persona, estorsione, rapina, furto in appartamento, furto con strappo, associazione per delinquere, stupro e violenza sessuale, aborto clandestino, bancarotta fraudolenta, sfruttamento della prostituzione, frodi fiscali, usura, violenza privata, falsificazione di documenti pubblici, detenzione di documenti falsi per l’espatrio, corruzione, corruzione giudiziaria ).

Abbiamo un primo ministro che per salvarsi dai processi sta distruggendo la giustizia in Italia.

I suoi provvedimenti legislativi non tutelano i diritti dei cittadini.
Insomma anziché risolvere i problemi della giustizia, stanziando fondi e legiferando in modo da snellire l’iter per l’ottenimento delle sentenze, il governo in modo arbitrario e conveniente cerca di modificarne i risultati, nascondendo migliaia di processi.

Come se in un ospedale, per carenza di personale ed attrezzature, l’ASL, anziché cercare di assumere nuovi medici e infermieri, decidesse di curare solo i pazienti la cui aspettativa di vita fosse superiore a dieci anni.

Se vi viene un tumore andatevene non bussate.
Se avete sessantacinque anni e vi viene un infarto sdraiatevi sul letto ed aspettate in silenzio la morte.

Avete un’auto di quattro anni con qualche problema? La vostra officina ripara solo le auto con meno di due anni di vita. Gettatela.

Una cosa simile accadde in Romania, quando per entrare in Europa il governo dovette nascondere i bambini orfani o abbandonati nelle fogne, per dimostrare il buon funzionamento dei servizi sociali e non far vedere agli ispettori di avere ancora bisogno delle adozioni internazionali.

La nostra finanza è inattendibile per via dei bilanci societari falsi.
I nostri conti pubblici sono al di fuori di ogni canone europeo. L’economia, l’industria ed il sistema economico è tarlato dal malaffare.

In Italia oggi viene anche certificato che non c’è una giustizia giusta.

Non si è riuscito a realizzare un fondamentale principio dello Stato di diritto.
Non siamo un paese che rispetta i patti.
Non possiamo restare in Europa. Non tuteliamo i diritti primari dei nostri cittadini.


Buttateci fuori!

martedì

A proposito di baracche.

Il video reportage di Nino Luca sull’esistenza di baraccopoli a Messina, dove vivono centinaia di uomini donne e bambini, ha suscitato molti commenti.
Alcuni, come era ovvio, d’attacco nei confronti del mondo politico che da queste “emergenze” ne ha sempre tratto un giovamento dal punto di vista elettorale, altri di incredibile invidia nei confronti del realizzatore del servizio, colpevole secondo questi di aver “solo” ripreso inchieste già fatte tante volte da altri messinesi.
A questi ultimi mi sento di rispondere che il solo fatto di riparlare ad una città dalla scarsa memoria è utilissimo, se poi si aggiunge l’utilizzo di strumenti nuovi e la dote di buon cronista, il tutto diviene quantomeno necessario (come se fosse ormai inutile parlare di mafia per quanto già è stato detto…).


Ma non sono questi i commenti che voglio riportare, ma la mail inviatami da un ragazzo di 24 anni di cui riporto uno stralcio:

“ Mi chiamo Mario ed ho 24 anni, sono nato nelle case popolari a ridosso della baraccopoli mostrata nel video. E’ una realtà che conosco bene. E’ una realtà fatta di persone perbene e non, di persone bisognose ma anche di chi su quella condizione ci gioca un po’ per vivere al di fuori di ogni regola. Però voglio aggiungere una cosa. L’anno scorso, io e la mia ragazza ci siamo sposati, obbligati un po’ da una gravidanza inaspettata. Io non lavoravo e dovevamo trovare una casa in cui vivere. Qualcuno ci propose di “prendere” una casetta (baracca) con qualche migliaio di euro, in modo da ottenere tra qualche anno la casa popolare(…) abbiamo rifiutato, perché eravamo contrari a far nascere nostro figlio in quell’ambiente. Io oggi lavoro in una ditta di pulizie dieci ore al giorno per 150 euro la settimana, ho affittato un bivani a 25 chilometri da Messina e pago 280 euro al mese. Il sabato e la domenica faccio l’imbianchino, l’idraulico e l’elettricista o l’uomo di fatica. Facciamo molti sacrifici, ma non viviamo in una baracca. Non ho la Tv LCD o SKY come molti nelle baracche hanno (magari regalati in campagna elettorale n.d.r.). (…) perché io mi rompo la schiena per farlo e chi continua a vivere lì aspetta che qualcuno, invece, gli risolva il problema?”

Credo che questo sia il commento più vero tra quelli fatti sull’argomento.
Vero perché apre aspetti ben più complessi, che vanno dalle baracche, alla politica locale, da quella del governo alla questione meridionale, dall’aggettivo “verminaio” utilizzato dalla commissione antimafia a proposito del Caso Messina all’alta concentrazione di Massoni nella città dello stretto.

Io posso dire che le baracche non devono esserci!


Se chi ci vive, lo fa per disperazione o per ottenere qualcosa poco importa. Proprio per i motivi che indica Mario tutto ciò non deve continuare.
Non si può vivere in quelle realtà.
Non lo si può permettere.
Casa popolare o affitto, qualunque sia la soluzione, quello che conta è che non ci siano esseri umani costretti (o per bisogno reale o per aspettative assistenziali) a vivere tra l’eternit ed i topi.

Bambini che inalano le polveri mortali giocando nei fiumiciattoli delle acque di scolo.
E’ un errore pensare che sia offensivo vedere quel degrado, è doloroso viverlo.

Nella città che dovrebbe ospitare l’opera pubblica per eccellenza, con la sua immensa mole fisica ed economica, con il suo scempio ambientale, con la sua inutile presenza, non può coesistere la vergogna delle baraccopoli (né per i messinesi né per gli extracomunitari), con l’elezione plebiscitaria di chi nella stanza dei bottoni c’è da sempre.

lunedì

Le baracche a Messina

La controversa vicenda delle baracche a Messina, le casupole coperte di amianto a pochissima distanza dal centro, abitate da centinaia di cittadini che vivono ogni giorno nell'abbandono delle istituzioni sembra lasciare increduli anche i messinesi stessi.

Da anni sono divenute mercato di voti.

Promesse contro case popolari.


Nel video realizzato dal bravo Nino Luca, nei viottoli, tra il liquame ed i topi anche i manifesti dei candidati alle ultime elezioni amministrative, che lì hanno giocato la loro partita alla ricerca del consenso.


Qualcuno a Messina, sostiene che i "baraccati" lì ci vogliono rimanere...

Qualcuno lì, pensa che si svolga la lotteria del mercato delle case popolari...

Qualcuno forse non ha mai visto come lì si sopravvive...

Qualcuno che lì, di voti ha fatto incetta, dovrà comunque risovere questo problema.

Gli abitanti delle baracche hanno votato.

Questi messinesi ora aspettano...



giovedì

Un sogno a Messina

Non riesco ad aprire gli occhi ed il cuscino mi coccola la parte destra del viso.
Ne apro uno appena...

La sveglia che proietta i suoi dati sulla parete è fantastica.

E’ stato un regalo di natale di mio cognato.
Leggo con difficoltà: 08:38 17 GIU 22°c.

E’ tardi, ma fino alle due del mattino seguivo i risultati della amministrative (di Messina) ed ora ho ancora sonno.

Erano pochi per la verità i dati che arrivavano dai seggi.
Scene di panico, abbandoni e fughe stavano caratterizzando le ore successive alla chiusura dei seggi.

L’occhio si richiude e ripiombo in quel magico mondo che si apre nella mia mente quando riesco a “rubare” qualche altro minuto al mio giorno.
Come spesso capita in questa fase di dormiveglia mi sento un po’ confuso e non ricordo bene gli avvenimenti. Sogno.

Sono al mare e mi sdraio sulla rena. Ogni tanto il rigurgito di qualche onda mi accarezza con la schiuma le gambe. Sento la voce di mia figlia che gioca sul bagnasciuga.

Papà! Papà è tardi… svegliati!

Mi sento come risucchiato in un vortice. Risento il calore del cuscino e la fronte bagnata. Osservo mia figlia che mi chiama sorridendo.
Svegliati papà è tardi.

Guardo di nuovo i numeri rossi sulla parete. 08:55 17 GIU 23°.

Cazzo, 17 giugno!


- La mamma fa il compleanno vero?

- Si papà.
- Buon giorno, auguri.
- Grazie. Sai che alla provincia ha vinto Ricevuto ed al comune Buzzanca.

Altro risucchio di vortice. Altra confusione in testa.

- Ma quanti anni fai?
La televisione in cucina macina i suoi rumori nel calore di una giornata quasi estiva.

Berlusconi si difende dagli attacchi dell’opposizione.
L’opposizione grida allo scandalo per l’ennesimo attacco alla magistratura e il nuovo tentativo del cavaliere di fare leggi per pararsi il culo dai processi.

- Ma in che anno siamo?

Al governo Berlusconi con le leggi vergogna, a Messina nuovamente Buzzanca e Nanni “bugia"…

Starò ancora sognando… si dai, forse la mia mente mi sta facendo rivivere una mattina di 4, 5 anni fa…

Però guardo mia figlia ed è grande…
Corro in bagno per guardarmi allo specchio.
Anch’io non sembro quello di cinque anni fa.

Cazzo vuoi vedere che noi siamo cresciuti e gli altri sono rimasti piccoli…





Siciliani al voto: Santini e promesse

Vorrei invitarvi a guardare il breve filmato realizzato a Messina in occasione della campagna elettorale.

Vedere per credere.

Guarda il filmato

mercoledì

Senza Rete.

“Speriamo che l’Italia vada avanti nel suo cammino all’europeo”.

Forza Italia!

Sarà in una sera estiva, in cui tutti gli italiani seduti sul divano con le finestre aperte tifando per la squadra di calcio del nostro paese, che accadrà.

Tra un passaggio di Zambrotta a Del Piero, un dribbling verso il centro e poi rete.
Goal!!!

Il commentatore esulterà scandendo re-te, re-te, re-te.

Sarà in quel momento che l’Italia subirà la sua sconfitta.

Come è già successo, quello sarà il momento strategico per affondare il coltello nel corpo della Giustizia Italiana.

La legge sulle intercettazioni passerà.


L’indomani i titoli dei giornali saranno tutti dedicati alla splendida prestazione degli azzurri.
L’indomani l’Italia sarà più povera e meno sicura.


Ma infondo, Berlusconi vuole solo pararsi il colpo dai processi che lo vedono coinvolto e che potrebbero nascere da qui a qualche anno.
Insomma vuole continuare a fare quello che ha fatto nel suo precedente mandato.
La Lega che mette i paletti, l’opposizione (quale???) che si appella al presidente della Repubblica, il governo che continua a trincerarsi dietro la scusa della Privacy e del risparmio.


E’ tutto scritto nel copione delle leggi ad personam.

E’ tutto falso.

Serve un “lascia passare” per le indagini sui reati finanziari, corruzioni e via dicendo.

Non serve altro che liberare il Presidente del Consiglio dai suoi impicci giudiziari (magari anche qualche suo amico) e tutto finisce.

E’ giusto, non è giusto, utile o nocivo, sono solo parole al vento. Lui può decidere.
Lui ha la maggioranza.

L’unica speranza è nella coscienza di chi siede alla maggioranza.
L’unica speranza è che questo paese non si lasci imbonire da chi costruisce ogni giorno uno stato di falsa democrazia, falsa informazione e falsi bisogni.

Quale evento ha reso così urgente ed indispensabile da parte di questo governo la rielaborazione della legge sulle intercettazioni telefoniche.

Sarà per qualche processo che vede il premier insieme a Saccà coinvolti in uno squallido giro di favori e scambi?

Falsi bisogni generano false urgenze.

Non è un bisogno risparmiare sulle intercettazioni (fermo restando che si potrebbe imporre ai concessionari statali di farle gratis) per non far pagare l’ICI, non è un bisogno non far sapere sui giornali che Tizio o Caio hanno violato le leggi di questo Stato.

E’ un bisogno verificare, controllare ed indagare su chi ad esempio, ha fatto della sanità pubblica un affare criminoso a scapito della salute dei cittadini e delle casse dello stato.

Il governatore Formigoni, che della sanità privata lombarda se ne faceva un vanto, avrebbe di che rimuginare per i milioni di euro spesi per finanziarie cliniche private che producevano morte e rimborsi milionari (scoperti grazie alle intercettazioni telefoniche).

Se il prezzo da pagare per le partite agli europei della nazionale è questo, io spero che perda.

lunedì

Caramelle per Peppe Previti

Quello che di seguito riporto, è un post pubblicato da Marcello Scurria sul suo blog “vistidalontano”.

E’ un affettuoso ringraziamento al Consigliere Provinciale di Rifondazione Comunista Giuseppe Previti per il lavoro svolto durante la sua permanenza all’opposizione dell’Amministrazione Provinciale di Messina.

Non posso che condividere quanto riporta il post, però credo sia giusto da parte mia, aggiungere qualcosa appena.

Peppe è stato in questi anni un grande contestatore di questa giunta quasi fantasma.
Una giunta che per anni nel silenzio tipico della politica di Leonardi (Presidente della Provincia) ha comunque svolto il suo mandato in modo a volte discutibile.
Peppe è sempre stato vigile, con mozioni, interpellanze e comunicati stampa. Ha svolto ciò che ogni consigliere d’opposizione dovrebbe fare.

Ha gridato, si è opposto ed a volte è riuscito a vincere.

Peppe non si candida alle nuove consultazioni.

Peppe è deluso forse. Peppe si sente un po’ tradito. Forse. Qualcuno ha contribuito alla sua rinuncia. Forse.

Alla luce dello scenario creatosi per l’elezione del nuovo consiglio Peppe avrebbe potuto farcela.


Peppe avrebbe potuto continuare a svolgere il suo ruolo d’opposizione. Avrebbe potuto continuare ad essere il sigillo di garanzia per chi si ritrova ad essere molto meno rappresentato nella provincia di destra.
Peppe avrà più tempo per continuare ad andare in Africa, dai bambini del Mozambico o i lavoratori della Mauritania.


Porterà medicine per curare e caramelle per sorridere.

Grazie Peppe!
A pochi giorni dalla conclusione del mandato amministrativo l'instancabile Peppe Previti, unica voce contro nel Consiglio provnciale, svela l'ultimo "scippo" del governo Berlusconi alla Sicilia ed in particolare alla nostra Provincia. Il tanto atteso ammodernamento delle starde provinciali delle province siciliane è stato cancellato. Cento milioni di euro, dei centocinquanta previsti per la provincia di Messina, sono stati "usati" per l'abolizione dell'ICI. Di questo si tratta. Con l'ormai famoso decreto "taglia ICI", la previsione di spesa per il biennio 2008/09 a favore della Sicilia è stata ridotta di ben 700 milioni di euro (per la Calabria la riduzione ammonta a 300 milioni). Alla notizia seguiranno polemiche e precisazioni più o meno convincenti.Le strade provinciali, intanto, continueranno a rimanere dissestate. La riflessione potrebbe finire qui. L'occasione dell'ennesimo atto ispettivo di Peppe Previti, tuttavia, mi permette di esprimere il personale rammarico per la sua irremovibile, ma comprensibile, decisione di non ricandidarsi. Spigolando tra i documenti e gli atti dell'Amministrazione Leonardi Peppe Previti ha assolto al mandato affidatogli dagli elettori con serità e competenza. Di alcuni Assessori e di moltissimi Consiglieri non ricorderemo neppure il cognome. Di Peppe resteranno le tante iniziative politiche di denuncia e di proposta ma, soprattutto, il modo con cui ha saputo interpretare il ruolo di oppositore.

sabato

Scusa Luigi

Certo il cittadino comune, quello che si forma l’opinione attraverso il Tg1 e la Gazzetta del Sud, a sentir parlare del caso De Magistris, senza mai andare ad approfondire, avrà di certo pensato che infondo un errore questo magistrato lo avesse fatto.
Agli occhi del “popolo” se il Ministro della Giustizia, il CSM, e tutto il mondo politico si scagliava contro questo magistrato napoletano balzato agli onori della cronaca così di botto, forse gli accusatori un po’ di ragione l’avevano.

Magari i più maliziosi hanno pensato che se la politica si ritorceva contro un magistrato era a causa della solita lotta di casta contro chi osa colpire chi comanda.
I soliti politici che si difendono dai processi e non nei processi.
Ma se anche il CSM condannava questo piccolo magistrato che aveva osato attaccare la politica italiana, allora era certa la sua colpevolezza.

La stessa magistratura attraverso il suo più alto organo condanna un magistrato.
Letizia Vacca componente del CSM dichiarava pubblicamente che Luigi De Magistris è “un cattivo magistrato” e che “deve essere colpito”, mentre il vicepresidente del Csm Nicola Mancino teneva a precisare pubblicamente che la condanna da parte del collegio giudicante era stata adottata all’unanimità.

Oggi arrivano le motivazioni della richiesta di archiviazione della Procura di Salerno (dopo aver raccolto tre anni di denuncie) che assolve da ogni accusa Luigi De Magistris.

Non ha commesso alcun atto illecito.
Non ha perseguitato ne calunniato nessuno, non ha mai abusato del suo ufficio.
Arriva la richiesta di archiviazione. Innocente!

Le sue inchieste (Poseidone Why Not) sono state trasferite.
Ma lui era innocente.

Il cittadino qualunque si aspetterebbe quanto meno che la Magistratura ed il suo organo di autogoverno facessero, dicessero qualcosa.
Nulla.

La gente comune chiede scusa a De Magistris. La giustizia ed il principio di indipendenza dei magistrati subiscono l’ennesimo colpo.
Chi ha accusato il Pm ha fatto carriera. Chi era indagato forse si salverà. Lo stato di diritto continuerà a perdere.

venerdì

Fiducia Rifiut-ata

I soliti meridionali… i rifiuti da qualche parte li dovremo pure mettere”.
“Lo stato di diritto deve riaffermare la sua forza”.

Sembra quasi che il problema sia che i Campani non vogliono accollarsi il peso dei loro rifiuti.

E’ Falso!

I Campani, così come i Pugliesi sono molto preoccupati per la propria salute a causa della ormai cronica diffidenza verso la “gestione rifiuti”.

Il problema dei Rifiuti Solidi Urbani, non riguarda solo Napoli o il meridione. E’ una emergenza pronta ad esplodere in tutta Italia.
Le discariche ed i termovalorizzatori, nonché tutto il processo di raccolta e smaltimento dei rifiuti è uno dei più grossi business italiani.

A questo proposito vale la pena citare il discorso di insediamento all’assise di Confindustria dove la neo-presidente Emma Marcegaglia ha così affermato: "I sistemi di gestione dei rifiuti sono molto vicini al collasso in molte regioni, anche perché si dice no ai termovalorizzatori, attivi in tutti gli altri Paesi. Paghiamo i costi più alti d'Europa per l'energia.”
Strano, perché la signora Marcegaglia di rifiuti ne dovrebbe sapere qualcosa, visto che ha tre impianti di incenerimento per “combustibile da rifiuti”(CDR) in fase di realizzazione (Massafra, Manfredonia, Modugno), si è poi aggiudicata “l’affidamento del pubblico servizio di gestione del sistema impiantistico di recupero energetico a servizio dei bacini di utenza Lecce1, 2 e 3 ” e gestisce anche la “Filiera Rifiuti Speciali Oikothen” di Augusta, con autorizzazione peraltro sospesa da Regione Sicilia e Comune di Augusta, ed in altra “colonia” meridionale, a Cutro, in Calabria, ha già in attività una Centrale elettrica “a biomasse”.

Insomma con i rifiuti lecitamente o illecitamente c’è da fare un sacco di soldi. Politici, funzionari, imprenditori e camorristi si sono arricchiti in questi anni, soprattutto da quando i rifiuti sono divenuta una “emergenza”.

Ma torniamo al problema di chi manifesta contro le nuove discariche in Campania.
Come, questi cittadini possono fidarsi ad esempio di Bertolaso (l’uomo che gestisce ogni emergenza, dagli incendi agli aiuti in India fino ai rifiuti in Campania, diventando bipartisan uno degli uomini più potenti di questo paese ) che vuole trovare nuovi siti per stipare i rifiuti, quando durante gli anni passati, con la medesima guida all’emergenza, in Campania si è occultato di tutto nelle discariche.

Le aziende di Intermediazione rifiuti hanno invaso le discariche del sud con migliaia di tonnellate di rifiuti tossici provenienti dagli stabilimenti del Nord.

Negli spazi di stoccaggio delle eco-balle non si seguivano le procedure di sicurezza.
Intorno alle discariche vi era una forte contaminazione dei terreni, delle acque e dell'aria da parte di elementi tossici provocata dalla dispersione di fluidi (percolati e biogas) provenienti da impianti privi di presidi o a difettoso funzionamento.

L’attività del termovalorizzatore di Acerra è stata bloccata dalla magistratura che imputa ai realizzatori il reato di “disastro ambientale”.

I valori di diossina nelle zone interessate dalle discariche sono tra i più alti in Europa, che insieme all’alto indice di inquinamento hanno causato un brusco innalzamento dell’incidenza di malattie di natura tumorale e leucemica.

Dunque i rifiuti da qualche parte si devono pur mettere, ma se poi tutto viene gestito così come è stato fin oggi, dalle stesse autorità che fin oggi l’hanno fatto, allora i rifiuti lì non li metteranno.

giovedì

Non riuscendo a dormire

Non riesco a dormire.
Fa caldo e la televisione continua a bombardarmi di riflessi bluastri.
Le finestre aperte non riescono a dissetarmi.

Il letto mi respinge come fosse un magnete dal polo eguale. Vago per le stanze buie. Mi siedo e mi rialzo.
Forse un libro può aiutarmi.

I miei libri hanno un preciso ordine.
Da quelli letti di recente a quelli più vecchi. Ne cerco qualcuno che possa colpirmi. Osservo i titoli ed i dorsi, con la speranza che mi colpiscano, mi diano qualche sensazione forte.
Sono divisi per autore.
Le Parrocchie di Regalpetra, Candido, Una storia semplice, poi Michele Serra, Pennac e Benni. Poi Savater e Starnone. Indietro nel tempo Hesse, Bukowski e Calvino. Scorrendo mi appare il dorso arancione dell’edizione economica dell’Ulisse di Joyce (questo non l’ho letto) e via via anche Gino e Michele.

Poi ne tiro fuori uno quasi dimenticato.
Non un grande classico ne un best seller. Un libretto per sorridere.
Infatti lo leggo a saltare e sorrido. Ci sono delle orecchie per segnare le pagine più interessanti.
E’ del ’92 ed il prezzo era di 12000 lire.
Sono brevi poesie. Ne riporto di seguito una:

Presenti.

Non ci siamo dimenticati di voi.
Non crediate che preso il vostro voto
Vi abbiamo voltato la schiena,
che abbiamo rubato la vostra fiducia
per i nostri inconcludenti giochi di potere.
Non ci siamo dimenticati di voi.
Siamo sempre pronti ad ascoltarvi.
Non crediate che siamo sordi alle vostre richieste,
che ignoriamo i vostri bisogni…
che ora che i giochi sono fatti
non ci interessate più.
Si ha un bel dire di questo scollamento
tra società e potere!
Che la politica è lontana dalla gente!
Ma noi non vi abbiamo lasciato soli,
diteci tutto!
Noi vogliamo le nostre critiche,
vogliamo ascoltare tutto ciò che volete dirci:
che siano accuse,
che siano proteste,
che siano lacrime,
che siano grida…
non abbiate timore.
Parlate dopo il segnale acustico.

(Corrado Guzzanti – Il Libro De Kipli)

martedì

I rifiuti campani: un’emergenza ambientale, civile, politica, giudiziaria, costituzionale.

di Uguale per Tutti.

La settimana scorsa il Governo ha varato un decreto legge (si tratta del D.L. 23.5.2008, n. 90) che deve disciplinare gli interventi relativi alla tragica vicenda dei rifiuti in Campania.

La vicenda è molto complessa e non saremmo in grado di ricostruirla qui in maniera adeguata.

Ci preme, però, richiamare l’attenzione di tutti su alcuni aspetti molto rilevanti di questa dolorosa vicenda, aspetti che riteniamo non debbano essere ignorati né elusi in nessuna delle ricostruzioni di essa.

Primo.

La tragedia dei rifiuti campani non si sarebbe potuta verificare se numerosi amministratori pubblici di diverso rilievo – alcuni con responsabilità politiche e/o amministrative apicali – non avessero violato gravemente loro fondamentali doveri e se non fossero stati commessi numerosi e gravi reati.

Secondo.

E’ assolutamente evidente che le responsabilità non sono di questo o quel “partito”, di questa o quella “parte politica”, ma di numerosissime persone, appartenenti trasversalmente a questa o quella amministrazione, a questo o quel partito, a questa o quella impresa privata.

La tragedia campana non denuncia le malefatte di qualcuno, ma la crisi, il collasso complessivo di un sistema.

A nostro modesto parere essa imporrebbe – moralmente, politicamente, giuridicamente – di riconoscere che è indispensabile un recupero complessivo di legalità nel Paese, che non è possibile continuare a fare affari e politica in questo modo e sperare che ci si possa sempre “mettere una pezza” con qualche trucco mediatico, che non è possibile nascondere dietro il “problema immigrazione” il collasso di legalità perseguito intenzionalmente da tutti coloro che – in ogni parte politica – dovevano ottenere l’impunità per questo o quel loro amico, per questo o per quel loro finanziatore e giunto ora al suo inevitabile epilogo.

Terzo.

La magistratura è stata ingiustamente e strumentalmente accusata di non indagare nei confronti delle amministrazioni cosiddette di sinistra e di non perseguire il Presidente Bassolino.

Le numerose inchieste che coinvolgono quelle amministrazioni e quel Presidente (da ultimo rinviato a giudizio nel febbraio di quest’anno) dimostrano il contrario.

Gli arresti dei giorni scorsi dimostrano come la magistratura si sia impegnata anche in questa vicenda pur se con i noti limiti dovuti a carichi di lavoro impossibili, strumenti inadeguati, leggi ad personam, formalismi ammantati di garantismo ma pensati per paralizzare ogni efficace risultato.

Ciò che emerge dall’inchiesta che ha portato agli arresti testé ricordati dimostra quanto grave sia la compromissione di politici e amministratori pubblici di ogni colore in questa vicenda.

L’attacco dei giornalisti al servizio del potere contro questa inchiesta giudiziaria (ben commentato da Marco Travaglio in un articolo che si può leggere a questo link) è un ulteriore pagina di disonore del giornalismo italiano.

Quarto.

Il Decreto Legge 23 maggio 2008, n. 90, contiene norme che violano fondamentali principi costituzionali, in materia di giurisdizione. Stefano Rodotà ha parlato di «un diritto “speciale”, fondato su una sostanziale sospensione di garanzie fondamentali».
Con la scusa dell’“emergenza rifiuti” si introducono modifiche e deroghe a principi fondamentali della giurisdizione, che non possono essere in alcun modo accettati.

E’ evidente, infatti, l’estrema gravità di un “principio” per il quale la necessità di fronteggiare una emergenza “giustificherebbe” la sospensione dei principi costituzionali e la ricerca di un modo per impedire o rendere ancora più difficile alla magistratura accertare e perseguire i reati.

Ciò che sta accadendo è che chi – e ovviamente non ci si riferisce al Governo in carica, ma all’insieme trasversale di gruppi politici ed economici che negli anni sono stati consociativamente al potere – ha causato l’emergenza ne vuole gestire la “cura” in un modo che gli consenta di coprire proprie e altrui responsabilità.

Alla gravità dell’allarme in questione si deve aggiungere, per un verso, che esso è ancora più grave in un Paese la cui democrazia è vulnerata da una opposizione che non si oppone e, per altro verso, che basterebbe l’emergenza campana per trovare dolorose spiegazioni al “rinnovato clima di amicizia” che si è recentemente instaurato nel nostro Paese fra Governo e opposizione.

Il rischio è, in sostanza, che ciò che si sta negoziando sia solo un insieme di coperture reciproche. Con esiti esiziali per i cittadini e il Paese.

Quinto.

Nelle pieghe del Decreto Legge si nasconde un gravissimo pericolo per la salute pubblica, con riferimento alla violazione di norme fondamentali in materia di rifiuti tossici e pericolosi.
_____________
Tutto ciò posto, Vi invitiamo alla lettura dei seguenti scritti:
A questo link il testo del Decreto Legge
A questo link un articolo di Stefano Rodotà
A questo link una analisi tecnica del Decreto Legge
A questo link una lettera al C.S.M. di 75 magistrati della Procura della Repubblica di Napoli
A questo link un comunicato dell’Associazione Nazionale Magistrati
A questo link e a questo link alcune riflessioni sull’allarme per i rifiuti tossici.
A questo link il testo integrale dell’ordinanza di custodia cautelare del Tribunale di Napoli relativa all'indagine sul Commissariato dei Rifiuti.
A questo link la notizia dei dubbi della UE sul decreto legge del Governo italiano.