mercoledì

Sputtusati e beffati. Aggiornamento dalla trincea delle trivelle.

Un aggiornamento d'obbligo sulla situazione dei cantieri mobili per l'esecuzione dei saggi geologici da parte di Eurolink per la costruzione del ponte sullo stretto.
Altre foto che documentano di come il general contractor conosce la Legge, ma non sempre la rispetta.
In questa foto infatti si vede l'area del cantiere in contrada Margi Torre Faro dove le indicazioni previste dalla Legge sono adeguatamente visibili e complete.

A circa 200 metri dalla precedente area di cantiere si trova una trivella su un terreno privato.
Questa è la visuale dalla strada comunale. Nessun cartello, nessuna interdizione. Nessuna norma rispettata.

A qualche chilometro un altro cantiere su terreno privato. Via Consolare Pompea Granatari.
 Alberi spostati per liberare l'accesso alla trivella.
Anche qui nessun cartello e nessuna interdizione all'area di cantiere.
A pochissima distanza, nei pressi del cimitero, altra trivella. L'area risulta recintata ma anche qui nessuna segnalazione e cartellonistica obbligatoria.

A proposito poi della trivella che avevamo segnalato sulla via Panoramica, dobbiamo constatare che la stessa è stata spostata a pochi metri sull'opposto senso di marcia.
Di seguito riportiamo la foto che evidenzia come era stata preparata la perforazione del terreno ed il sistema adottato per la recinzione dell'area. Da notare la presenza di bacchette di ferro tondo (di norma utilizzato nelle armature in calcestruzzo) posate come lance pronte ad infilzare sfortunati passanti.
 Insomma vale la pena ricordare che esistono delle regole e che queste è auspicabile vengano rispettate da chiunque anche dai Padrini del Ponte.

Luci ed ombre sulle trivelle. Le violazioni nei cantieri del ponte sullo stretto.



Se il buon giorno si vede dal mattino, la sera diventa tutto buio ed oscuro.

Il mega appalto per la costruzione del ponte sullo stretto doveva essere sulla carta il lavoro più monitorato e controllato del secolo.
L’appalto pubblico più grosso mai bandito in questo paese e maggiormente a rischio di infiltrazioni mafiose doveva essere nella propaganda governativa il più regolare e trasparente. 
Tutto a norma.
Tutto secondo la Legge.
Così partono le trivellazioni per l’esecuzione dei saggi del terreno.
Più di cento “puttusa” sul territorio per capire il sottosuolo. 
Tutto a norma. Tutto secondo la Legge. Così dicono.

Strade e vie, aiuole e marciapiedi, condomini e terreni privati ospitano trivelle ed operai di ditte che eseguono lavori per conto del general contractor.
Hanno la Legge dalla loro parte. 
Ciucci rassicura che la Legge verrà rispettata.
Impregilo & C. rappresentano una garanzia per i cittadini, sono aziende serie che lavorano secondo le norme, nonostante alcuni procedimenti giudiziari (ad esempio quelli Campani) hanno sostenuto teorie assai diverse.

Ma torniamo alle trivelle. 
Tutto a norma. Tutto secondo la Legge.

Messina, via panoramica dello stretto, importante arteria della parte nord della città. Si colloca l’ennesima trivella.
Nessun cartello che riporta le informazioni obbligatorie per Legge. 
Nessuna indicazione del committente, nessuna informazione sulla ditta che sta eseguendo i lavori, nessun nome del responsabile della sicurezza, nessun riferimento alle autorizzazioni. 
Nessun rispetto dei più comuni requisiti richiesti dalla Legge sull’edilizia.

Il cantiere mobile è collocato sulla sede stradale. Ne invade una parte. 
Scende la notte e nessuna segnalazione luminosa si accende. 
Nessun cartello segnala la presenza del restringimento della carreggiata con il dovuto anticipo. 
Anche il codice della strada è violato.
Le più elementari norme non vengono rispettate. Un paio di cartelli e qualche torcia elettrica. Tutto a norma? Tutto secondo la Legge?


Il 21 settembre alle ore 19:20 viene fatta la segnalazione telefonica al corpo di polizia municipale di Messina. Il cantiere è pericoloso per la viabilità stradale, non è segnalato ed illuminato. Anche l’interdizione all’area è precaria. Un bambino che percorre il marciapiede può accedervi facilmente.
Cosa sarà successo dopo la telefonata? Un verbale?
L’azienda sanitaria locale avrà verificato la presenza dei requisiti di Legge sui cantieri mobili?
O forse, trattandosi del mega appalto del ponte, quello di Berlusconi e di Ciucci, dell’Eurolink e dell’Impregilo, i controllori hanno dato per scontato che tutto fosse a norma? Tutto secondo la legge?

Insomma, con certezza abbiamo appurato che le norme basilari vengono violate. Le fotografie scattate ieri sera lo documentano ampiamente.
Non vogliamo essere pessimisti ma se il buon giorno si vede dal mattino…


giovedì

Anche le formiche nel loro piccolo si incazzano!


Ma guarda un po’ sono arrivate le trivelle!
Il progetto ponte sta iniziando.

Saggi geologici, carotaggi ed analisi del sottosuolo per la realizzazione del progetto esecutivo del ponte sullo stretto.
Occorre capire come è fatto lo strato inferiore dei comuni a più alto rischio sismico d’Italia.
Serve vedere la natura e la consistenza del terreno che sorregge a stento il peso di decenni di sacco edilizio.
Necessita capire e calcolare la forza dinamica e statica del ponte ad unica campata più lungo del mondo.
Grazie alle informazioni raccolte dai piccoli cantiere satellite sparsi per i comuni si potrà elaborare il calcolo indispensabile per la redazione del progetto.

In parole povere bisogna capire come fare il ponte sempre ammesso che lo si possa fare.
Quest’ultima ipotesi però, non sembra neanche presa in considerazione da nessuno. 
Che sotto l’asfalto delle strade, le pavimentazioni dei marciapiedi o il pavè dei parcheggi ci sia roccia o melma paludosa, a nessuno sembra importare. 
Tanto i soldi all’Eurolink qualcuno dovrà darli. 
Questo è il punto fermo della questione.

Bisogna andare avanti comunque. 
I condomini ricorrono al tribunale per impedire l’accesso nei propri cortili alle trivelle. 
Si tenta di prendere tempo. Ne sono perfettamente consapevoli. 
Le trivelle entreranno con la forza pubblica. 
La legge è dalla parte dei padrini del ponte.

Non possono temere qualche centinaio di cittadini che cercano a colpi di carta bollata di fermare l’inesorabile devastazione di un folle progetto.

Sono riusciti con l’aiuto dei vertici dell’Università di Messina a fottersi un intero palazzo costruito con soldi pubblici  (finanziato con la  legge 208 del 1998) che ne  vincola l’uso  “agli interventi di promozione, occupazione e impresa nelle aree depresse”
Si insomma il famoso “Incubatore” di imprese di neo laureati dell’ateneo messinese. 
Fottuto! 
Adesso sarà il quartier generale del general contractor alla faccia dei neolaureati e delle leggi dello Stato.

Intanto le strutture leggere di recinzione continuano ad avvolgere i mostri di ferro che con i loro pungiglioni meccanici estraggono cilindri di terra.

A volte non ci sono i cartelli obbligatori per i cantieri, altre volte i sistemi di illuminazione di sicurezza sono assenti tanto da rendere i recinti pericolosi per la circolazione stradale contravvenendo gravemente alle norme del codice della strada. 
In prefettura è già possibile conoscere i nomi delle ditte che stanno operando per conto dell’Eurolink?

Ma la feroce ed inarrestabile macchina da combattimento ha già schierato le sue truppe. 
Come con aghi da insulina stanno testando la sopportazione di un’area già martoriata. 
Terre che scivolano con la pioggia e che come la pioggia scorre dimenticata da tutti.

Ma loro sono i “Padrini del Ponte” e noi minuscole formiche.

Indosseremo maglie e sventoleremo bandiere. 
Ricorreremo nelle opportune sedi e urleremo il nostro NO!

Ma nel frattempo controlleremo. 
Ci fermeremo ai bordi dei piccoli trafori, con macchine fotografiche e telefonini. Chiederemo nomi e responsabili alla sicurezza. 
Denunceremo all’ARPA ed all’ASP le eventuali irregolarità. 
Controlleremo che tutto sia in regola (siamo diffidenti di natura noi!).

Noi piccole creature tenteremo di tenere a bada il mostro che mangia ed affonda i suoi lunghi denti nella nostra terra.

Perché come dicevano Gino e Michele, anche le formiche nel loro piccolo si incazzano!