martedì

Di Paci e D'Amore

Che tra Roy Paci e la Fiera di Messina non scorra buon sangue è cosa vecchia.
Che Roy Paci sia anche un artista che non teme di dire ciò che pensa è altrettanto risaputo.
Il buon Fabio D’Amore commissario dell’Ente Fiera di Messina doveva saperlo.


Quando, qualche anno addietro, la fiera venne sponsorizzata dalla società Ponte sullo stretto s.p.a. era prevista la sua esibizione, fu cancellata prontamente dopo il divieto posto dagli organizzatori di accogliere sul palco Renato Accoranti (uomo simbolo del movimento NO al Ponte).
Roy Paci non volle scendere a compromessi.

Lui oltre ad essere un grande artista è un uomo dalla profonda coscienza civile.
Roy Paci e gli Aretuska non si esibirono.
Il buon Fabio D’Amore doveva saperlo.

Roy Paci nelle sue canzoni ha manifestato più volte di essere contrario alla realizzazione del ponte.
Più volte lo abbiamo anche citato in questo blog.
Il buon Fabio D’Amore doveva saperlo.

Insomma il profilo dell’artista che l’ente fiera ha voluto si esibisse durante le serate della campionaria era di pubblico dominio.
Nel 2008 lo stesso Roy Paci chiamato da un’amministrazione di centro destra ad esibirsi durante una festa locale non ha esitato ad inserire nell’inciso di una sua famosa canzone il ritornello “Vasa Vasa s’inniu a casa” riferito ovviamente a Totò vasa vasa Cuffaro.

Anche in quell’occasione venne accusato da un lato di incassare i soldi da una giunta in cui c’era l’UDC e dall’altra di “sbeffeggiare” il suo massimo esponente.

Come se a casa mia invitassi Vittorio Sgarbi e gli chiedessi, visto che lo pago, di parlare bene dei comunisti.

Insomma i termini di un contratto legale dovrebbero essere chiari ai contraenti.
Da una parte si chiede la prestazione professionale di un artista dietro compenso di una somma, dall’altra l’artista si impegna ad eseguire la prestazione così come è nel suo stile con un minimo di durata. Stop.

Quei soldi che sono alla base dell’accordo non implicano nessun cambio di identità, ideologia e religione.
Non si comprano gli artisti ma si fanno esibire.
Tutto questo Fabio D’Amore doveva saperlo.

Non è possibile adesso ricorrere alle vie legali perché un artista ha ospitato un esponente del movimento NO al Ponte in contrasto con l’ideologia del committente. Non si può tirare in ballo i “motivi di ordine pubblico” quando a Messina il movimento No al Ponte anche durante le manifestazioni più clamorose ha sfilato in festa con bambini ed anziani.

La tutela dell’immagine della Fiera di Messina è poi una scusa banale.
La fiera di Messina è fatta da e per i messinesi tutti, sia quelli che il ponte lo vogliono che quelli che continuano a dire NO.
Questa si chiama dittatura.

L’aggressione verbale poi del “committente” nei confronti dell’ospite in camerino non può essere tollerabile.
Se il buon Fabio D’Amore fosse convinto di aver subito un torto, quale amministratore pubblico, quindi per citare Beppe Grillo, nostro dipendente, non può permettersi di attaccare dei cittadini che senza alcuna violenza e prevaricazione, anzi con la calda accoglienza del pubblico dietro invito dell’artista, hanno manifestato delle opinioni durante una serata di spettacolo

Pensate ad un sindaco che vi aggredisce verbalmente perché ritiene che la vostra auto sia d’intralcio alla circolazione.
Caso mai vi farà fare la multa, se realmente ci sono le circostanze, altrimenti amen.
Invece no, il buon Fabio D’Amore ha ritenuto necessario scagliarsi con agenti di sicurezza al seguito, contro Renato Accorinti, reo secondo lui di aver manifestato opinioni contrarie alle sue.

Il buon Fabio D’Amore dimentica che l’esibizione di Roy Paci e degli Aretuska non è stata pagata con i suoi soldi, ma con quelli dei cittadini.
Lui deve limitarsi ad amministrarli non a fare politica o peggio ancora censura con i nostri soldi.

Io da messinese sono molto deluso.
Io da siciliano sono anche incazzato.
Io da italiano sono molto preoccupato.
Io chiedo scusa a Roy Paci per l’ennesimo attacco da parte di miei concittadini nei suoi confronti.

Foto di enrico di giacomo

A un cettu puntu della vita t'arritrovi ca
Nun c'è chiù liggi nun c'è cchiù un filu d'onestà
Ca pi putiri travagghiari cià liccari u culu soprattutto
A chiddu ca ci l'ha fitusu tintu e ruttu
Cu da gran facci i vastasu,ca mi fa schifu a taliallu
Mi fa scattiari,mi manna a farinculu u sangu
E sti bastaddi ca facci i porcu allicchittatu u sai
Sanu manciatu tutti cosi macari i soddi mei
Chiddi di la mò famigghia,chiddi di la to famigghia
Chiddi di li piscatori,chiddi di i muraturi
sanu sucatu macari i lacrimi di puvireddi
sana ittatu comu e porci e a cu pigghia pigghia
Ca pi parrai semu boni lu sai
Ma poi nei fatti sunu sulu sempri guai
(No Quiero Nada – Roy Paci Aretuska)

1 commento:

Anonimo ha detto...

e pensare che il "buon" Fabio D'Amore voleva fare il sindaco.
Il dottorino dalla faccia pulita nella foto appare più come il solito arrogante messinese.
Si al ponte o no al ponte non è il problema. Lo è per lui che vuole la riconferma a commissario o altra prebenda dalla regione.
Il fatto che poi sono tutti uguali.
Vergogna!
Mario