giovedì

Anche le formiche nel loro piccolo si incazzano!


Ma guarda un po’ sono arrivate le trivelle!
Il progetto ponte sta iniziando.

Saggi geologici, carotaggi ed analisi del sottosuolo per la realizzazione del progetto esecutivo del ponte sullo stretto.
Occorre capire come è fatto lo strato inferiore dei comuni a più alto rischio sismico d’Italia.
Serve vedere la natura e la consistenza del terreno che sorregge a stento il peso di decenni di sacco edilizio.
Necessita capire e calcolare la forza dinamica e statica del ponte ad unica campata più lungo del mondo.
Grazie alle informazioni raccolte dai piccoli cantiere satellite sparsi per i comuni si potrà elaborare il calcolo indispensabile per la redazione del progetto.

In parole povere bisogna capire come fare il ponte sempre ammesso che lo si possa fare.
Quest’ultima ipotesi però, non sembra neanche presa in considerazione da nessuno. 
Che sotto l’asfalto delle strade, le pavimentazioni dei marciapiedi o il pavè dei parcheggi ci sia roccia o melma paludosa, a nessuno sembra importare. 
Tanto i soldi all’Eurolink qualcuno dovrà darli. 
Questo è il punto fermo della questione.

Bisogna andare avanti comunque. 
I condomini ricorrono al tribunale per impedire l’accesso nei propri cortili alle trivelle. 
Si tenta di prendere tempo. Ne sono perfettamente consapevoli. 
Le trivelle entreranno con la forza pubblica. 
La legge è dalla parte dei padrini del ponte.

Non possono temere qualche centinaio di cittadini che cercano a colpi di carta bollata di fermare l’inesorabile devastazione di un folle progetto.

Sono riusciti con l’aiuto dei vertici dell’Università di Messina a fottersi un intero palazzo costruito con soldi pubblici  (finanziato con la  legge 208 del 1998) che ne  vincola l’uso  “agli interventi di promozione, occupazione e impresa nelle aree depresse”
Si insomma il famoso “Incubatore” di imprese di neo laureati dell’ateneo messinese. 
Fottuto! 
Adesso sarà il quartier generale del general contractor alla faccia dei neolaureati e delle leggi dello Stato.

Intanto le strutture leggere di recinzione continuano ad avvolgere i mostri di ferro che con i loro pungiglioni meccanici estraggono cilindri di terra.

A volte non ci sono i cartelli obbligatori per i cantieri, altre volte i sistemi di illuminazione di sicurezza sono assenti tanto da rendere i recinti pericolosi per la circolazione stradale contravvenendo gravemente alle norme del codice della strada. 
In prefettura è già possibile conoscere i nomi delle ditte che stanno operando per conto dell’Eurolink?

Ma la feroce ed inarrestabile macchina da combattimento ha già schierato le sue truppe. 
Come con aghi da insulina stanno testando la sopportazione di un’area già martoriata. 
Terre che scivolano con la pioggia e che come la pioggia scorre dimenticata da tutti.

Ma loro sono i “Padrini del Ponte” e noi minuscole formiche.

Indosseremo maglie e sventoleremo bandiere. 
Ricorreremo nelle opportune sedi e urleremo il nostro NO!

Ma nel frattempo controlleremo. 
Ci fermeremo ai bordi dei piccoli trafori, con macchine fotografiche e telefonini. Chiederemo nomi e responsabili alla sicurezza. 
Denunceremo all’ARPA ed all’ASP le eventuali irregolarità. 
Controlleremo che tutto sia in regola (siamo diffidenti di natura noi!).

Noi piccole creature tenteremo di tenere a bada il mostro che mangia ed affonda i suoi lunghi denti nella nostra terra.

Perché come dicevano Gino e Michele, anche le formiche nel loro piccolo si incazzano!

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