martedì

Forza ragazzi!

Fino a pochi giorni fa in questo paese c’erano i giovani che non riuscivano a pensare al futuro.
Non avevano un futuro.
Potevano a malapena vivere il presente.

Ragazzi e ragazze nelle scuole e nelle università che pur sapendo che fuori non c’era nulla ad attenderli, potevano non sentirsi almeno l’ dei precari. Non avevano aspettative. Non c’erano rimedi per questo loro stato.
Erano inseriti in un moto fine a se stesso.
Non c’erano mete, punti d’arrivo o almeno per loro non era dato sperarci.

Poi un giorno qualcuno decide di “riformare” il presente di questa generazione delusa dalla società.
Qualcuno sbagliando crede che in questo paese tutto si può fare. Non occorrerà nemmeno agire come si faceva una volta, secondo i consigli di Cossiga. I metodi degli anni bui della nostra repubblica non servono.

Oggi si governa con la televisione.
Basterà annunciare a reti unificate che si ricorrerà alla forza pubblica. Tutto sarà semplice come è stato “riformare” giustizia e finanza.
Ma qualcosa non va come sperato dai governanti.
I giovani manifestano, occupano, gridano noncuranti delle minacce televisive.
Acquisiscono consapevolezza che il futuro esiste e forse si può anche provare a costruirlo. L’ordine incontrovertibile delle cose può subire un mutamento.
A spiegarglielo non sono i rappresentanti dell’opposizione, non sono i politici di mestiere.
Ad aprire gli occhi agli studenti sono i professori, i rettori, i ricercatori e gli scienziati.
Nessun riferimento ai precedenti movimenti studenteschi dei trascorsi decenni.
Non è una questione politica nonostante il regime etichetti tutto come pura strumentalizzazione.
E’ che la misura è colma.
E’ che più manifestano e più prendono coscienza di potercela fare. Vincere, conquistare, partecipare.
Il loro presente può rappresentare un cambiamento del futuro degli altri che verranno.
Sono tanti e, come è capitato a molti, si sentono forti. Nei loro cortei ci sono bandiere e striscioni di tutti i colori.
I colori li rappresentano, perché come loro sono diversi ma complementari e di certo non riguardano la scala cromatica dell’appartenenza politica.
A loro la politica ha solo tolto, sottratto, derubato la possibilità di sperare nel futuro. Così colorati e rumorosi, pacifici e spiritosi si sentono i “governati” che nei libri di testo si racconta, possono non legittimare i “governanti”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Passo falso di questo governo. I giovani sono il futuro. Ormai io posso solo guardare alla finestra, ma spero di vedere passare i ragazzi in festa.
Mario '59