lunedì

Una storia da cancellare.

Sulla storia di Niki hanno scritto in molti, ed in tanti si sono preoccupati di diffonderla, ma nessuna parola può essere capace di descrivere la disperazione di una madre.

Una madre che non contesta un arresto o meglio una custodia cautelare.

Una madre che in modo assoluto si vede privata di suo figlio per strane circostanze.

Strani segni neri che coprono, nascondono, offuscano grossolanamente troppe vicende del nostro paese.

Qualcuno che forse nel tentativo di cancellare ogni cosa ha dimenticato l'indelebilità della disperazione.

Ed un'altra madre grida giustizia.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Agghiacciante! Provo solo rabbia e vergogna.

Anonimo ha detto...

Il reato ipotizzato era truffa informatica legata a numeri telefonici speciali. Ma a prescindere dal reato, una cosa deve inquietare, cioè la rapidità con cui tutto è stato "cancellato", computer, oggetti personali e perfino la vita stessa di Niki Aprile Gatti.

Anonimo ha detto...

Ho appena finito di vedere il video della madre di Niki e di leggere i commenti al post. Ho provato una sensazione di malessere fisico nell'ascoltare quelle parole. Non mi interessa il "reato ipotizzato" o le motivazioni dell'accusa. Qui c'è dell'altro. Certo è che se ti chiami Savoia, come canta Caparezza, vai ai domiciliari.