sabato

I Cento Passi.


A Peppino Impastato.

Ripropongo un vecchio post dal titolo i “Cento Passi” come doveroso omaggio alla figura di Peppino Impastato al quale aggiungo la frase “simbolo” del blog di Giuseppe Gatì: questa è la mia terra ed io la difendo.




Cento passi.

Questa è grosso modo la distanza che separa i due palazzi.

Una grande piazza, una strada in mezzo e due imponenti facciate che si osservano.

Palazzo Piacentini sede della Giustizia e l’austero palazzo dove ha sede l’Università.


La legge e gli affari.

Divisi da 100 passi.


I due edifici tremano spesso scossi dalla medesima spinta.

Dalle finestre si affacciavano e si guardavano parenti, cognati, amici, soci e compari.


Da una parte l’università con i suoi giri di milioni e la gestione dell’azienda più importante della città, il policlinico.

Dall’altra il Tribunale all’interno del quale ogni tanto la Legge è stata addomesticata.


Inchieste negli anni sono state avviate dalle stanze del palazzo di giustizia per accertare i reati commessi nelle stanze dirimpetto.

Qualche magistrato che non conosceva forse il legame tra le fondamenta delle due sedi del potere.


Messina crocevia degli affari della mafia siciliana e della ‘ndrangheta calabrese.

Il potere e la sua breve distanza.


Cento passi.


Al Policlinico universitario convergevano gli interessi di cosa nostra palermitana, di quella catanese e delle ‘ndrine della locride e di Africo.


La mafia, gli affari e la massoneria.

Rettori, primari e procuratori.

La Messina “babba” si gestisce così.


Esami, appalti e certificazioni di comodo.

Inchieste e archiviazioni.


I cento passi si percorrono velocemente.


Magari ci si incontra a metà strada nel parcheggio ed insieme ci si incammina verso la Gran Loggia Regolare o altri ritrovi esclusivi.


La mafia gli affari e la massoneria.


Neanche l’omicidio del prof. Bottari e l’arrivo della commissione nazionale antimafia ha scosso i rapporti di buon vicinato.

Il superprocuratore antimafia Vigna concludendo disse che l’omicidio del medico, è si un delitto di mafia ma anche di soldi tanti soldi.


Il Caso Messina ed il verminaio.

Le condanne piovute da Catania su alcuni magistrati messinesi non hanno fatto molto rumore.


Accuse gravi, accuse di mafia.

I palazzi restano immuni da ogni scossa.

Le crepe si riparano.

Le fondamenta si mantengono ferme l’una con l’altra.


Poco importa ciò che succede negli altri due palazzi, quelli della politica.

Comune e Provincia anche loro distano cento passi.

Una misura ricorrente.


Ciò che accade nelle poltrone delle due amministrazioni passa prima dai centri dell’alta istruzione e della giustizia.

Tutto vicino.


Sembra tutto già deciso.

Sembra tutto inarrestabile.


Cento passi da percorrere sotto il sole con il vento di scirocco che asciuga la bocca.


La distanza tra i due colossi, le due mitiche creature pronte ad aggredire l’ignaro passante come Scilla e Cariddi.

1 commento:

giovanni bombaci ha detto...

Caro Davide sono alla seconda maalox ma l'acidita' di stomaco non passa, la nausea e il senso di vomito aumentano con l'aumentare della mia rabbia e del mio senso d'impotenza.Ma questa merda d'italia quando troverà la forza di ribellarsi?, quanda sarà capace d'indignarsi?, quanto dovremo aspettare per sentire un moto collettivo di rabbia e d'indignazione contro il nano malefico? quale reato dovrà commettere visto che non basta quasi tutto il codice penale e, in alcuni casi, quale codice morale dovrà infrangere per suscitare in noi popolo di santi, poeti, navigatori, cantanti e mafiosi sentimenti di scandalo.Tutto gli è concesso e perdonato in nome delle sacrosante (sic) domande e affermazioni: picchi chi era megghiu muttadella? picchi chi su megghiu i comunisti? Iddu almenu mancia e fà manciari. Ma cazzo ma siamo tutti analfabeti? siamo tutti come i candidati al grande fratello quando gli veniva chiesto qual'è il tuo tallone d'Achille e in molti rispondondevano il mio tallone da Killer è ......... altri restavano in silenzio perchè non capivano la domanda.
Davide mi sono rassegnato credo che ci possa salvare solo Dio.Mi dispiace ammetterlo non l'avevo mai fatto in vita mia con nessuno mi vergogno a dirlo ma l'ho pensato più di una volta spero che muoia.Ciao. Giovanni Bombaci.