mercoledì

Berlusconi e la mafia per cancellare la giustizia.

Non possiamo dire che i risultati nel contrasto alla mafia sono stati ottenuti dallo Stato.

Lo Stato in quanto tale non esiste, e tanto meno esiste nell’Italia degli ultimi vent’anni.


E’ errato presupporre una volontà unitaria delle istituzioni e una capacità dello Stato a far pesare la propria realtà. I risultati non sono frutto dello Stato, che, anzi, ha ampiamente ostacolato il lavoro svolto da altri.

Sono frutto, quei risultati, di un gruppo composto di rappresentanti dell’opinione pubblica, di uomini delle istituzioni e di uomini della politica, probabilmente minoritario in tutti e tre i settori. Questo gruppo ha esercitato un peso contro Cosa Nostra, che si è trovata isolata nelle sue relazioni interne e quel peso, per minimo che fosse (…) è stato sufficiente per ottenere quello che io penso, sia stata una grande vittoria. (…)


Quando l’on. Berlusconi spara contro i magistrati (lui insieme ai suoi ministri n.d.r.) e dice le cose che dice, purtroppo non lo fa per le pendenze passate (che nessuno riuscirà, credo, a dimostrare e da cui Berlusconi uscirà santificato); lo fa per il futuro, perché c’è bisogno di mafia (…) altrimenti non si capisce perché fin dalla sua prima campagna elettorale, Forza Italia (…) sia partita con un attacco, che allora nell’opinione pubblica nessuno accettava, alla legge sui pentiti e perché è andato all’assalto della magistratura quando la magistratura era sulla cresta dell’onda.

Non si capì perché!

Se fosse solo un problema di consenso, un uomo politico non avrebbe fatto quell’operazione.

Ha fatto l’operazione per il futuro, perché occorre che domani questa gente, che siete voi magistrati, non ci siate più.

(Salvatore Lupo, L’evoluzione di Cosa Nostra: famiglia, territorio, mercati,alleanze. 2000)



1 commento:

Anonimo ha detto...

La mafia s'è evoluta. Non è più uno sfigato con la lupara.
Ma soprattutto la mafia ha da tempo cambiato colore politico.
Negli anni 70 il PCI ha iniziato a inserire suoi uomini nella magistratura. La P2 al confronto era un circolo di adolescenti.
Negli anni 70 il partito comunista ha iniziato a lavorare per conquistare il potere.
Caduto il muro di Berlino, nelle altre democrazie occidentali i comunisti hanno avuto il pudore di mettersi da parte. In Italia no, si è preparato il colpo di coda, si sono sguinzagliati i propri magistrati di fiducia.
Si è fatto cadere il governo, si è rivoluzionato l'ordine dello Stato.
Il Parlamento è stato declassato e sostituito dai tribunali.
Questa è stata ed è ancora la più pericolosa delle mafie. La magistratura ormai è compromessa, sfruttata ad uso e consumo di politici antidemocratici e antitaliani.
Il partito dei magistrati avrebbe vinto se forze liberali e democratiche non si fossero messe in gioco.
Fallito, almeno parzialmente, il colpo di coda, i comunisti togati hanno iniziato una profondissima, pericolosissima a antidemocratica campagna militare a suon di processi, il più delle volte basati sul nulla o con evidentissime forzature procedurali (Mills è solo l'ultimo esempio). Da 15 cercano di abbattere colui che gli ha rovinato i piani di conquista del paese.
Questa è la vera mafia, il vero pericolo per la democrazia italiana.