giovedì

Le cinque regole del buon pentito.





E’ mai possibile che ancora dopo tanti anni dall’istituzione della figura del collaboratore di giustizia non siano ben chiare le modalità su come mantenere detta qualifica?
Di seguito riportiamo un breve vademecum per il buon pentito:
1) Parlare velocemente durante gli interrogatori, magari camuffando un pò la voce e dovendo raccontare di fatti criminosi usate nomi di fantasia tipo Turi detto “topolino” o Ciccio detto “piterpan”

2) Se proprio dovete fare i nomi di qualcuno, fate quelli di piccoli criminali magari di un quartiere vicino al vostro, tipo topi d’auto o piccoli spacciatori.

3) Se vi chiedono di parlare di appalti dite che di queste cose  se ne occupava qualcun’altro e trovate il nome di qualcuno già ristretto nelle patrie galere con due o tre ergastoli definitivi.

4) Riguardo alle stragi del 92 e 93, se volete apparire credibili dite che il vostro referente era un certo “nome ad minchiam” legato ai servizi segreti, così non sbagliate di sicuro.

5) Ma soprattutto se vi chiedono di parlare dei referenti politici, attenzione perchè qui vi giocate tutto, citate ad esempio qualche detto siciliano tipo “la migliore risposta è quella che non si da”  ma non fate mai alcun nome, soprattutto se pensate di parlare di Dell'Utri e Berlusconi pena l’immediata esclusione dal programma di protezione.

Attenetevi dunque a queste semplici regole e vi aspetterà un futuro radioso sotto falsa identità.

Nessun commento: