martedì

Le scelte di Cosa Nostra

Depositate le motivazioni della sentenza che spiega le condanne ai boss di Cosa Nostra.

430 anni di carcere al gotha della mafia.

Tracciati rapporti tra Cupola e Politica.


(Da un pizzino di Provenzano risalente all’ottobre del 1997n.d.r.):


“Ora tu mi informi che hai un contatto Politico di buon livello, che

permetterebbe di gestire molti e grandi lavori, e prima di continuare tu volessi sapere come la penso io: Ma non conoscento non posso dirti niente, ci vorrebbe conoscere i nomi?

E sapere come sono loro combinati? Perché oggi come oggi non c’è da fidarsi

di nessuno, possono essere Truffaldini? possono essere sbirri?

possono essere infiltrati? E possono essere sprovveduti?

E possono essere dei grandi calcolatori, ma se uno non sa la

via che deve fare, non può camminare, come io non possono dirti niente”.



(continua motivazione depositata n.d.r.)

Il 2006 è un anno cruciale per la politica italiana e regionale.

Cambierà la composizione di Camera e Senato, si rinnoverà

l’Assemblea regionale Siciliana, si rinnoveranno tanti consigli comunali.

Cosa Nostra è in stato di fibrillazione, gli uomini di Provenzano

sono in stato di “all’erta”.

Il “Gotha” è chiamato a scelte importanti che lasceranno il “segno”

per gli anni venturi.

La decisione sulla coalizione da votare sembra scontata, c’è una netta

preferenza per il Polo delle Libertà.

Piuttosto, bisogna decidere se “internalizzare” larappresentanza

politica, ossia se mobilitare il proprio peso elettorale infavore

di membri interni alla associazione da presentare come candidati,

appoggiando quindi persone legate da stretti vincoli di amicizia

o parentela al capo o ai capi delle cosche (...)

I boss vogliono essere pronti per il momento cruciale in cui si giocherà la partita.

Pretendono posti nel consiglio comunale e in quello provinciale.
Scelgono candidati per le elezioni ormai prossime e si attivano per

affiancarli a uomini influenti dello schieramento del Polo delle Libertà,

in particolare di Forza Italia e dell’UDC.


(Sentenza rip. Corte di Cassazione su rapporti Mafia Politica n.d.r.)


“per un verso, il politico è consapevole di poter fare affidamento su

un apporto sicuro di consensi, essendo sin troppo ovvia la capacità del

sodalizio mafioso di orientare le preferenze di un cospicuo bacino

elettorale - dall’altro, l’organizzazione si assicura la piena disponibilità

del candidato che, una volta eletto, potrà, alla bisogna, mettere a

disposizione del sodalizio importanti attività o servizi dell’apparato

istituzionale, sì da favorire, in qualsivoglia maniera, gli interessi mafiosi.

Una delle possibili espressioni di utilità è certamente rappresentata dal

condizionamento del settore dei pubblici appalti, che ha costituito,

notoriamente, un ambito di attenzione di primario interesse per la

consorteria mafiosa, tanto più in un determinato momento storico,

allorquando i successi dell’attività investigativa ed un più attento controllo

del territorio hanno reso problematico il libero esercizio delle ordinarie

attività illecite, costituenti la tradizionale fonte di sostentamento per

l’organizzazione.



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