lunedì

Le Regole uguali per tutti.

Mia figlia ha nove anni e mezzo. Si misurano così gli anni a quella età.

Mia figlia va a scuola, ama la danza e gioca in cortile. E’ una bambina come tante.

Mia figlia nel suo crescere cerca di apprendere il bene ed il male, il giusto e l’ingiusto, il diritto ed il favore.


Insomma noi tutti (genitori, insegnanti e via dicendo) tentiamo di dargli la consapevolezza che abbiamo l’obbligo morale verso i nostri simili di rispettare delle REGOLE.

Vi assicuro che tentare di spiegare, a chi guarda il mondo con l’innocenza e la disarmante schiettezza dell’infanzia, l’esistenza di un complesso meccanismo di si può e non si può fare, è cosa assai difficile.

Come dire che quello che dice la televisione non è la verità assoluta, anche se è confezionata in modo da sembrarlo.
Come dire che chi ci governa non sempre ha la capacità per farlo.
Come dire che a volte, chi dovrebbe legiferare per il rispetto delle REGOLE, abbona, condona ed indulta ogni violazione fatta alle REGOLE stesse, giustificandole così nell’idea dei cittadini?

Chiedere di rispettare le regole quando si ha la consapevolezza che molti non le rispettano e che questi molti non vengono puniti anzi spesso ottengono premi e privilegi può apparire paradossale.

Come spiegare che un nostro rappresentante politico riesce a parlar in tono dispregiativo dei Rom che lavorano in nero e poi far accettare che la REGOLA è condannare chi offre o estorce il lavoro nero a chiunque.

Come far comprendere che in questo paese vale per tutti la regola che se sei condannato in primo grado per un reato puoi non dover essere costretto a restare in carcere in attesa degli altri gradi di giudizio, sia tu un extracomunitario condannato per furto, sia tu un governatore condannato per favoreggiamento alla mafia.

Mia figlia conosce il rispetto verso il suo maestro a scuola, verso i genitori, verso le cose che la circondano e verso i suoi simili.

Ma fino a quando manterrà questo rispetto.
Fino a quando continuerà a seguire un comportamento conforme alle REGOLE?

Quando vedrà qualcuno che non le rispetterà e ne trarrà beneficio, mentre a lei resterà solo il suo senso del dovere forse tentennerà al richiamo del più furbo.

E quando assisterà alla giustizia che si piega al più forte?

E quando vedrà il tentativo di emarginare un magistrato libero da parte di altri magistrati?

Quando capirà che questi sono atteggiamenti tipicamente mafiosi, perché come spiegò Falcone, tendono prima ad isolare l’obiettivo da colpire, per rendere poi eventualmente più semplice l’eliminazione?

Quando tutto questo accadrà, io cosa le riuscirò a dire per affermare che è comunque necessario rispettare le REGOLE?

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