lunedì

Seminare Paura raccogliere vittoria

Da www.terrelibere.org

Antonello Mangano

La psicosi 'sicurezza' non nasce dall'aumento di reati ma dalla pluridecennale campagna della Lega contro un 'nemico pubblico' dapprima individuato nei meridionali ('terroni go home'), quindi - dopo l'alleanza di governo con Berlusconi - negli 'extracomunitari'. Il patto col siciliano Movimento per l'autonomia, del resto, dimostra l'incoerenza ideologica di un movimento senza valori ma con la incontestabile capacità di creare senso comune ed imporre a tutti i partiti ed ai media le proprie campagne d'odio

Freddi numeri

Dal 2000 a oggi gli omicidi in Italia sono passati da 13,1 a 10,3 per milione di abitanti.
A sostenerlo una fonte autorevole - l'Istat - nel rapporto "100 statistiche per il Paese" presentato il 7 maggio 2008.Nel documento si legge che gran parte degli omicidi sono commessi nel Mezzogiorno, ma anche qui emerge un andamento decrescente.
Nel panorama europeo, l'Italia è uno dei Paesi più sicuri per numero di morti violente: è al di sotto della media, con 14 delitti per milione di abitanti e in ottava posizione complessiva (in testa c'è l'Austria).
In Italia dovrebbero essere i cittadini del Sud a protestare più degli altri. Invece, sono città come Bologna e Firenze a capeggiare il delirio sicuritario, mentre al Sud non si registrano manifestazioni di massa se si eccettua un assalto al campo rom da parte di cittadini napoletani (le cui foto sono finite su Times, Indipendent, New York Times, Associated Press, Le Monde, El Mundo), ai quali va evidentemente bene essere ammazzati, derubati, scippati, avvelenati, rapinati dai propri concittadini ma che reagiscono ad un sospetto rapimento - peraltro non provato - con un pogrom da primo Novecento: un paradosso brutalmente sintetizzato dal titolo a tutta pagina del Times di Londra: "'Mafia' vigilantes firebombs Gipsy camps".

Paura europea

Il "colpevole" del delirio sicuritario ha un solo nome: Lega. È stata la crescita costante di questo movimento a portare alla paradossale situazione di isteria collettiva che produce assalti ai campi nomadi, norme fuori da ogni diritto e da ultimo lo scherno dell'Europa di fronte alla richiesta di blindare le frontiere di Schengen da parte di un paese che da cento e più anni esporta mafiosi e malfattori in ogni angolo del globo (la strage di Duisburg risale appena all'estate del 2007).Qualunque successo elettorale della Lega ha portato tutte le forze politiche ad accodarsi al "metodo" del vincitore, sostenendo che "hanno buone ragioni", pur se espresse male; che colgono le domande della gente; che infine non hanno tutti i torti, portando avanti sostanzialmente idee giuste e condivise dal popolo.Il fatto è che la Lega non ha idee: i suoi leader sono semplicemente imprenditori politici della paura, che trovano spazio fertile nelle fasi di recessione economica e di insicurezza diffusa, quando è molto più semplice e comodo trovare un capro espiatorio che industriarsi a risolvere i problemi. Come molti movimenti di estrema destra, la Lega muta "obiettivo" in base alla possibilità di ottenere consenso. L'abitudine a vivere l'informazione giorno per giorno porta a cancellare la memoria, nonostante gli archivi informatici che oggi permettono facilmente di mantenere traccia di cioè che è avvenuto in anni recenti. Quanti ricordano, ad esempio, che la Lega nasce contro il Meridione e per la secessione?

Fase 1. Razzisti? No, solo contro i terroni

Luigi Moretti, leader della Lega Lombarda - Alleanza Nord, primo nome della Lega (600 mila voti alle elezioni europee), in una intervista al settimanale Epoca, affermava che il suo partito non è razzista, ma è solo contro i meridionali che emigrano al Nord. "Contro i negri non abbiamo proprio niente. Anzi, per noi sono meglio dei terroni". Moretti, bergamasco di 45 anni, ribadisce che il problema che sta più a cuore al suo partito è proprio quello meridionale. "Siamo contro il meridionalismo, siamo contro Roma che manda al Nord i suoi consoli a comandare. Contro gli insegnanti meridionali che insegnano ai nostri figli una lingua e una cultura che non ci appartiene, che non vogliamo. E poi: prefetti meridionali, giudici di tribunale meridionali... è ora di finirla. La Lombardia è dei lombardi e deve essere guidata e amministrata da lombardi".

Fase 2. Dalla secessione all'alleanza col catanese

Il cambio di rotta avviene con la Lega ormai integrata nel governo Berlusconi, dove convive con i partiti che prendono voti in tutta Italia e che non possono sopportare l'ingombrante alleato antimeridionale. Così la secessione - già annacquata nel federalismo - diventa "devolution", sparisce il razzismo contro i "terroni" e tutto l'odio viene concentrato sugli extracomunitari.Infine arriva l'alleanza organica con l'MPA di Lombardo, gli autonomisti del Sud, ma quelli accusati di usare sistemi clientelari, provati da un singolare "incidente": un giornalista che cercando "Pinnacle" su e-Mule si trova davanti cartelle, documenti, archivi e fogli Excel pieni di indicazioni per raccomandazioni e favori troppo dettagliati per essere frutto di fantasia. La Lega contro il sud corrotto, la Lega che ancora grida "Roma ladrona" ha come alleati personaggi che usano i più biechi sistemi clientelari, proprio quelli contro cui la Lega è nata.Ma la Lega è solamente un partito di "onesti" che si allea per ragioni strategiche con i corrotti meridionali? Anche questo non è vero. Umberto Bossi è stato condannato ad otto mesi per le tangenti Enimont, con sentenza confermata in Cassazione. Diventato deputato europeo, ha "sistemato" il fratello Franco Bossi e il figlio primogenito Riccardo presso il Parlamento di Bruxelles con la qualifica di assistenti accreditati. Stipendio 12.750 euro. Sono stati fatti rientrare solo dopo lo scoppio dello scandalo.Sul Corriere della sera del 27 settembre 2005, Gian Antonio Stella ironizza sullo "scambio di coppie" della Lega, riferendosi ai due parlamentari in camicia verde Ballaman e Balocchi che si assumono a vicenda le mogli.
Ma del resto, in Italia, le "regole" le devono rispettare solo i poveri che vengono da fuori.

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