Non sono d’accordo, con grande dispiacere, con le motivazioni esposte nelle dichiarazioni di voto pubblicate da Paolo Flores d'Arcais su Micromega.
“Quali che siano i nostri sentimenti, se contribuiamo a far avere alla coalizione Veltroni-Di Pietro-Bonino un solo voto in meno rispetto alla coalizione Berlusconi-Fini-Bossi-Ciarrapico, avremo cooperato concretamente e irreversibilmente a cinque anni di governo Berlusconi seguiti da sette anni di Berlusconi al Quirinale”.
Secondo lo stesso direttore, certo non è tutto oro quel che luccica ma, “l’accordo con Di Pietro, intanto, che entrerà nel Pd (e in parlamento) portando l’istanza della legalità. L’accordo con i radicali, senza pagare il dazio-Pannella, con tutto ciò che di laicità i radicali significano (doppio merito per Goffredo Bettini, dunque). Umberto Veronesi capolista a Milano, uno scienziato al servizio della vita e della libertà delle donne, e della libertà laica tout court (ha difeso, come dovrebbe essere ovvio, il diritto di ciascuno sulla propria vita, la propria sofferenza, la propria morte: il diritto civile all’eutanasia, insomma). La conferma di Ignazio Marino e della sua legge contro l’accanimento terapeutico, bloccata fin qui dall’accanimento teo-dem. Il ripensamento su Giuseppe Lumia, la cui lotta anti-mafia torna capolista in Sicilia (grazie anche a Ignazio Marino). E infine, last but not least, Pancho Pardi capolista al Senato in Toscana per l’Italia dei Valori”.
Insomma siamo alle solite. Ci dovremmo tappare il naso e votare per l’unico partito che potrebbe strappare la vittoria a Berlusconi. Noi, che ci siamo indignati per un governo sotto l’assedio del primo senatore che arrivava.
Un governo che non riusciva a produrre leggi che ristabilissero lo stato di diritto violato dal precedente esecutivo, perché c’era sempre un Dini o un Mastella che minacciava di uscire dal governo.
Dovremmo quindi accontentarci di una coalizione che raccoglie, si è vero, uomini e donne di provata serietà, ma che li siede insieme alle espressione del vecchio modo di fare politica. Quelli che ad esempio non fanno passare il regolamento per escludere dalla Commissione Antimafia i parlamentari indagati, imputati e condannati per mafia.
Lumia (prima escluso, poi per evitare la figuraccia riammesso) insieme a Crisafulli (Il primo chiede da anni l’espulsione del secondo) e Maria Grazia Laganà.
D’Alema, Fassino e Latorre, che quando raggiunti da una inchiesta si comportano tali e quali ai predecessori del partito delle libertà (con tanto di procedimento contro il magistrato Forleo) insieme a Di Pietro (che comunque secondo il portavoce del PD non è adatto per il ruolo di Ministro della Giustizia). Operai ed Industriali, giovani ed anziani, uomini e donne. Sulla carta c’è tutto. Sembra l’esatta fotografia di questo paese.
In verità c’è tutto ed il suo contrario. Chi ritiene importante la legalità e chi cammina sul suo limite, chi si adopera per ben conservare i privilegi da Casta e chi vorrebbe darci un taglio. Chi ha difeso Mastella e vuole vietare l’uso delle intercettazioni telefoniche silurando i magistrati (De Magistris) e non si avvede di una sentenza di condanna che tarda 8 anni ad essere depositata.
Chi non crede che le regole devono essere rispettate e che ad ogni diritto corrisponde un dovere e non un interesse.
Chi crede sia giustizia e sicurezza, mettere in galera lavavetri ed immigrati e regalare l’impunità a chi ruba milioni di euro.
Chi è pronto a piccole o grandi coalizioni per difendere i propri privilegi e chi continua a condannare chi racconta “certe” cose anziché chi le fa.
Si ma Berlusconi è peggio.
Si ma Veltroni non scherza.
Nel programma elettorale del PD non c’è una sola parola che lasci presumere che verranno considerati prioritari i punti non rispettati dal governo Prodi e rivendicati dagli elettori. Niente Conflitto d’Interessi, niente legge sulla televisione, niente riforma della Legge 30, niente cancellazione delle leggi ad personam create da Berlusconi, niente riparazione dell’ordinamento giudiziario dopo le incursioni di chi pretendeva a tutti i costi l’impunità.
Forse è vero che il programma del PD è copiato parola per parola da quello del PDL, e se così fosse i due schieramenti sono entrambi il peggio. Poco importerà se dopo il prossimo governo al Quirinale ci sarà Berlusconi o D’Alema, ciò che conta è il non essere stati noi a sceglierli.
Dare un segno concreto e reale a questo Paese in cui l’antipolitica è la classe politica stessa.
Una classe politica che per anni anziché cercare di contenere la corruzione e l’illegalità, ha fatto molto per ostacolare le indagini, i processi e le condanne.
Non sarebbe allora il caso di far capire a codesti signori che esistono degli elettori pensanti?
1 commento:
Great work.
Posta un commento