giovedì

Caos poco calmo.

Fotografare ciò che sta accadendo in questo preciso istante della campagna elettorale è cosa assai ardua. In un attimo le alleanza vantate, gli accordi raggiunti e le promesse annunciate, si capovolgono e si ribaltano divenendo scontri e minacce. In modo nervoso si convocano riunioni, si sussurra al telefono, si consegnano messaggi alla stampa. Lo scopo è come sempre conquistare o aggirare il popolo bue. I ciechi elettori dovrebbero fidarsi delle pacate e rassicuranti dichiarazioni offerte alla stampa dai leader dei grandi e piccoli partiti, ma dovrebbero anche evitare di vedere ciò che realmente accade.

Mentre Veltroni corre veloce come un treno, mettendo a segno gli obiettivi di una campagna elettorale che lo vede risalire nei sondaggi nei confronti di quello che all’alba della caduta del governo Prodi doveva essere il sicuro vincitore, Berlusconi, il PDL si aggroviglia nella sua stessa rete di candidati ed amici.
Veltroni all’insegna del cambiamento candida l’operaio superstite alla tragedia della ThyssenKrupp e Berlusconi risponde candidando al senato Marcello Dell’Utri condannato in primo grado a 9 anni di reclusione più 2 anni di libertà vigilata più l'interdizione perpetua dai pubblici uffici per concorso esterno in associazione mafiosa.

Poi c’è il nodo Sicilia con tutte le sue conseguenze da sciogliere. Il PD si affida alla Finocchiaro con l’offerta della poltrona di vice presidente alla Borsellino. Berlusconi nel tentativo di mantenere il serbatoio di voti del centrodestra si allea con l’MPA e candida alla Regione Raffaele Lombardo, che comunque è sempre stato vicino a Cuffaro (che dopo la condanna si invola verso il senato) quindi all’UDC locale.
Miccichè però si mette in mezzo, accusando il PDL di affidarsi ad un candidato (Lombardo) che rappresenta la continuazione della politica di Cuffaro. Ecco, allora come in un copione già scritto, interviene il boss che risolve tutto. Miccichè si mette in mezzo, non c’è problema, ogni uomo ha il suo prezzo. Quale? Il ministero del Mezzogiorno per Miccichè può andar bene.

Insomma si prospetta un governo fatto di ministri che come al solito si nominano non per professionalità o esperienza ma solo per “favore”. La Sicilia come sempre metafora. Esempio di un possibile accordo di governo futuro. PDL, MPA e UDC insieme appassionatamente.
Certo domani è un altro giorno e forse nelle fila dei Ministri Miccichè non ci sarà. Forse ci saranno alla Sanità Ferrara, all’Interno Previti e magari allo Spettacolo Topo Gigio.

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